Per Giuliana, dopo dieci anni di matrimonio, la vita coniugale è piatta e deludente. Il marito francese – con cui vive in un paese della Puglia – pensa solo al lavoro, la vita insieme è piatta e noiosa. Attorno al suo supermercato gironzola un poliziotto affascinante, che durante una rapina le salva la vita. Tra Giuliana e Leonardo scatta una passione travolgente. La donna, risvegliata alla vita ma combattuta se lasciare il marito per l’amante, si sente in però colpa e svela al coniuge la tresca: finirà in tragedia, e con Leonardo l’unica possibilità sembrerà la fuga.

Tonino Zangardi, regista dalla filmografia smilza di film esili se non mediocri, trae il suo sesto film dal suo romanzo omonimo. Una storia d’amour fou, come nel precedente Sandrine nella pioggia (e anche in quel caso il protagonista si chiamava Leonardo e faceva il poliziotto Leonardo e aveva una donna di nome Giuliana), in cui le scene erotiche – peraltro abbastanza goffe – sembrano il piatto forte. È quasi tutto inconsistente in questo film: dialoghi ridicoli (a volte biascicati e a volte urlati), scene madri che fanno drizzare i capelli (compresa una scenata che finisce in omicidio), regia modesta, scelte dei personaggi (il poliziotto fa il contrario di quel che dovrebbe senza manco un turbamento e senza farci credere che tutto ciò sia realistico), interpretazioni… Marco Bocci, belloccio da fiction tv, al cinema non convince mai a causa di un’incredibile fissità espressiva. Spiace invece per Claudia Gerini: è vero che quando è stata chiamata, seppur raramente, a prove drammatiche ha fatto sempre rimpiangere le sue cose migliori nelle predilette commedie. Ma qui Zangardi la spinge su un crinale imbarazzante, fatto di sospiri, pianti, irresolutezze enfatiche. E frasi da ritiro patente di sceneggiatura. Si salvano solo, in un’ora e mezza, le poche scene con Antonino Iuorio, corpulento attore napoletano che sa cosa vuol dire recitare.

Antonio Autieri

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