I tre fratelli Baudelaire rimangono orfani dopo l’incendio della loro casa. Soli al mondo, si ritrovano affidati a un parente a loro sconosciuto, che più che a loro è interessato all’eredità lasciata ai tre ragazzi dai genitori…
“Se siete interessati a storie con un lieto fine, fareste meglio a leggere un altro libro. In questo libro, non solo non c’è un lieto inizio e c’è ben poco di lieto tra i due” recita una voce nota (è quella di Jude Law nella versione originale) al principio di questo bizzarro (e classico al tempo stesso) film da bambini. Dopo aver ingannato il pubblico con un ridente inizio in grafica tridimensionale, ormai associata ad una serie di prodotti sereni e rappacificanti, ci ritroviamo di fronte ad una serie di scenari lugubri: un cimitero, una palude, una casa avvolta nella nebbia. Sono questi i luoghi dove si svolgeranno le sfortunate avventure di tre intraprendenti orfanelli inseguiti da un avido parente, il conte Olaf.
Più fortunato è stato sicuramente lo scrittore della saga da cui il film è tratto: scrivendo sotto lo pseudonimo di Lemony Snicket, suo alter ego nei romanzi, Daniel Handler è stato capace di tenere testa al maghetto Harry Potter. Entrambe le saghe catturano la simpatia dei ragazzi giocando su un immaginario che oscilla tra il reale e il fantastico, ma le avventure dei fratellini Baudelaire attingono maggiormente ad un’atmosfera cupa e lugubre dove lo zio arrivista diventa un vero e proprio orco. In questo Lemony Snicket si avvicina molto di più alle fiabe classiche europee, come Pollicino, Hansel e Gretel, e così via, dando vita a un’atmosfera sì paurosa, ma per niente estranea al mondo infantile, dove la paura di personaggi di fantasia cattivi e misteriosi è parte integrante dello sviluppo di ogni bambino. Diretto da Brad Silberling (già autore di Casper), il film assume, nell’affrontare il problema della mancanza dei genitori, un tono sentimentale tipico di altre opere del regista, come City of Angels e Moonlight Mile.
Se piuttosto si può fare un appunto è quello di non aver sviluppato alcuni interessanti spunti narrativi (ad esempio il dono della piccola e paffuta Sunny di azzannare qualsiasi materiale), per far scivolare la storia verso un finale aperto a possibili prossimi episodi. Straordinari comunque effetti speciali e ambientazioni, soprattutto la serie di dimore in cui vengono ospitati i bambini, sulle quali pesa la mano del produttore Scott Rudin (Il mistero di Sleepy Hollow). Ad interpretare gli stralunati parenti che dovrebbero vegliare sui Baudelaire sono stati chiamati tre attori prestigiosi come Meryl Streep, Billy Connoly e il camaleontico Jim Carrey, che grazie a stravaganti parrucche interpreta ben tre personaggi. Non perdetevi i titoli di coda in cui appaiono le animazioni dei disegni gotici che illustrano la serie di libri. Da vedere.
Daniela Persico