I giorni si susseguono sempre uguali, seguendo un rigido rituale. Lontano dalla famiglia che lo ha ormai rifiutato. Unica incombenza: recarsi in banca periodicamente. In realtà l’uomo, un commercialista che lavora per Cosa Nostra, è in esilio per ordine della mafia dopo un errore imperdonabile o quasi. In banca deve sovrintendere per i suoi capi mafiosi al riciclaggio di denaro sporco. Nell’albergo in cui vive confinato da anni, passa le giornate ad osservare una giovane, da cui è attratto silenziosamente. Ma un imprevisto – la scoperta del sentimento d’amore – lo travolgerà. Come il tentativo di uscire dalla propria gabbia dorata.,Eccellente noir originale e ricco di stile di Paolo Sorrentino, al suo secondo film dopo il bell’esordio con L’uomo in più. Ancora una volta il suo straordinario protagonista è Toni Servillo, attore teatrale napoletano che qui incarna Titta Di Girolamo, travet della mafia inquietante prima e commovente poi. Tanti sono gli spunti o i particolari interessanti (dai mafiosi che inquietano e che cantano la Vanoni in auto al “buco” settimanale che Titta si concede come momento di libertà dalla sua vita forzatamente tranquilla e spenta, dalle conseguenze che l’amore porta su un uomo costretto a non vivere al desiderio di fuga da un destino segnato, dal coraggio sfrontato con cui esce di scena al tentativo di “stangata”…), in un film inconsueto per il panorama italiano. Sicuramente non per tutti i gusti, con quel suo mix tra studiata lentezza e accelerazioni da thriller d’autore, con scatti di violenza non gratuita: ma altrettanto sicuramente, uno dei migliori film italiani dell’anno e la conferma del talento di un nuovo autore.,Buono anche l’apporto dell’esordiente Olivia Magnani (nipote della mitica Anna Magnani, tra le più grandi attrici di sempre del cinema italiano), nei panni della giovane che sconvolge la vita ordinaria del protagonista, e in un piccolo ruolo di Raffaele Pisu, nei panni di un nobile spiantato dal vizio del gioco che vive nell’albergo che era stato suo e che ha perso al tavolo verde.,Antonio Autieri,