In Lasciarsi un giorno a Roma, Tommaso è uno scrittore di successo e risponde sotto lo pseudonimo di Marquez alla posta del cuore di una rivista. Un giorno riceve la lettera di Zoe, che gli chiede consiglio su come lasciare il fidanzato con cui vive da dieci anni. Il problema è che Zoe è la sua compagna. Tommaso approfitta della situazione scambiando messaggi con Zoe per sapere più cose possibili su di lui e salvare così l’unione. Nel frattempo, anche il suo migliore amico Umberto è in crisi con il matrimonio perché si sente trascurato da Elena, che è la sindaca di Roma…

C’è un filo sottile che, in un certo senso, lega Supereroi a Lasciarsi un giorno a Roma; se nel film di Paolo Genovese la copia formata da Alessandro Borghi e Jasmine Trinca trova tutte le ragioni per continuare a vivere insieme malgrado gli anni che passano, quella formata da Edoardo Leo (Tommaso) e Marta Nieto (Zoe), scopre man mano le ragioni per cui non potranno più vivere insieme.  Al suo quinto film da regista, Leo dimostra ancora le sue capacità. Certo, Lasciarsi un giorno a Roma non è un film perfetto e, dalla metà in poi, perde qualche colpo con scene non riuscitissime; anche se il tema trattato non è originale, Leo sa portarci all’interno della coppia descrivendoci bene come due persone un tempo unite, senza neanche accorgersi finiscano per allontanarsi perché alla fine non hanno molto in comune; sogni, desideri, ambizioni. Il problema è capire in che modo rompere una relazione: è possibile farlo senza litigare, rovesciarsi addosso risentimenti e frustrazioni e magari abbandonarsi con un sorriso? Qui sta la peculiarità del film e allo spettatore il compito di scoprirlo. Bella inoltre l’idea di suddividere la storia per capitoli (abbraccio, fine, piano, sogno, accetta, lasciare) a descrivere le diverse fasi di una storia.

Oltre alla parabola di Tommaso e Zoe, parallelamente viene raccontata anche la vicenda di Umberto (Stefano Fresi, davvero molto bravo) ed Elena (Claudia Gerini, anche lei convincente). In questo caso siamo di fronte al classico ribaltamento dei ruoli, quello di un uomo che si trova costretto a rinunciare a tutto per stare al passo con la moglie in carriera; ne soffre, si sente invisibile (come per secoli è capitato a fidanzate e mogli di fianco a uomini di successo) ma dovrà trovare le motivazioni per andare avanti riscoprendo un altro modo di vivere il matrimonio con la disponibilità dell’altra persona. Lasciarsi un giorno a Roma è stato proposto direttamente su Sky, saltando l’uscita cinematografica (che avrebbe meritato).

Aldo Artosin

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