Dal romanzo “Una relazione” di Carlo Cassola, il bravo Carlo Mazzacurati si smarrisce in una storia esangue e monocorde. Quella di un dongiovanni vacuo che nella Toscana degli anni 30 ritrova una vecchia fiamma del passato. E, dimentico di moglie e figlia, riallaccia una relazione passionale ma destinata alla sconfitta.,Un film più sbagliato che brutto, con due attori – Stefano Accorsi e Maya Sansa, di cui il primo assolutamente debole nel caratterizzare il personaggio – messi insieme a forza e nei quali non scatta mai il feeling giusto. Sembra che il regista di buoni film come Il toro, Vesna va veloce, La lingua del santo (cui Sentieri del Cinema anni fa dedicò una personale completa al cinema Gnomo di Milano), si sia taumaturgicamente affidato all'allora fama dei due neo divi (che giocano a ripetere le proprie performance: la Sansa, pur discreta, sembra rifare il personaggio de La meglio gioventù) che alla storia. Davvero piatta e poco interessante e che sembra aver anche poco a fare con il romanzo cui prende ispirazione. Su tutto grava anche una certa aria di anacronismo, dal linguaggio poco consono ai tempi in certi momenti (soprattutto nei litigi fra i due innamorati) alle scene passionali goffe e anche volgari. Da salvare solo il piccolo ruolo interpretato dal simpatico Marco Messeri. Un po' poco per questo film che rischia di essere ricordato come il peggiore nella filmografia dell'autore padovano, peggio anche del precedente “A cavallo della tigre” (debole remake dell'omonimo film di Comencini) che, pur molto debole, almeno partiva bene e aveva una certa sincerità di fondo. Qui totalmente assente, tanto da rendere irriconoscibile lo stile di Mazzacurati.,Antonio Autieri

L’amore ritrovato
Un ulmo sposato riallaccia per caso una relazione con una donna amata anni prima.