emake de La signora omicidi, del 1955 (con Alec Guinnes e Peter Sellers), il film dei fratelli Coen sposta la sua azione da una fumosa Londra in bianco e nero, all’accecante sole del sud degli Stati Uniti. È lì che, in una calda mattinata, il professor Dorr si presenta con fare elegante e affettato alla signora Munson, vedova devota che frequenta la locale chiesa battista e non sopporta fumo d siagaretta e linguaggio scurrile. Le premesse per una brillante commedia ci sono tutte: c’è il colpo grosso, i delinquenti sono quattro macchiette (lo stupido giocatore dei football, il dinamitardo con un passato da contestatore, l’ex militare vietnamita, il negro del ghetto), c’è la vecchia da ammazzare e la polizia che dorme, ma la risata non scatta. Forse i Coen hanno rischiato troppo confrontandosi con un brillante esempio degli anni ’50, ma il film manca della giusta “verve”. Nonostante le scene studiatissime, la brillante interpretazione di Tom Hanks (il cui doppiaggio però toglie ogni fascino al forte accento e al fascino della parlata) e di Irma Hall, i personaggi rimangono troppo abbozzati (e almeno uno, Marlon Wayans, è decisamente fuori posto), la tensione latita e la serie di omicidi manca di tensione e non fa neanche ridere. Consideriamola una prova minore dei due fratelli registi, capaci di stupirci con piccoli capolavori (L’uomo che non c’era, Fratello dove sei, Fargo). Ladykiller resta comunque una simpatica commedia con bravi attori e caratteristi dignitosi, musiche gradevoli e una storia divertente, ma non aspettatevi di più.,