Se l'arrivo in Europa di “Lady in the Water” è stato anticipato dalla notizia dell'insuccesso americano, non ci stupirebbe che, ancora una volta, i racconti allegorici di Night Shyamalan fossero mal proposti ad un pubblico che dal regista de Il sesto senso si aspetta soltanto colpi di scena degni di un film horror.,Già “The village” era stato penalizzato da simili attese: il complesso racconto sulla paura del popolo americano (e più in generale sull'indistricabile germe della malvagità nell'uomo) era passato in subordine rispetto alla tensione generata da alcune scene del film. E adesso Lady in the Water rischia di rimanere vittima del medesimo effetto: presentato come un blockbuster, il film in realtà è una controllata fiaba etica sulla possibilità di riaprire il cuore umano alla speranza attraverso il desiderio di sentirsi raccontare e poter credere ad una storia. Non a caso il nome della ninfa che viene catapultata in una piscina di un piccolo residence è proprio Story. Sarà il suo arrivo improvviso a mettere insieme persone che abitano nello stesso edificio ma che non hanno mai neppure tentato di conoscersi (non a caso l'unico spazio in comune –la piscina- è per lo più abbandonato). Il guardiano con un passato da nascondere, l'uomo solitario chiuso nel proprio severo appartamento, il distratto padre appassionato di cruciverba, la sciroccata studentessa universitaria sono marcati “caratteri” della nostra società, spesso troppo distratta e affannata per potersi fermare a credere ad una storia incredibile. Eppure sarà la presenza della ninfa con il suo corpo concreto, che sanguina e soffre, a determinare un radicale cambiamento: tutti, dopo averla incontrata, avranno la forza di uscire dal loro guscio, il loro appartamento, e diventare partecipi dell'importante missione. Poco importa che il destinatario del messaggio per cui la diafana Story ha messo a repentaglio la sua esistenza sia interpretato dallo stesso regista, Night Shyamalan, che non ha mai disdegnato di apparire nei propri film. Un tratto autoriale che gli si concede volentieri (come del resto l'aver affidato il ruolo dell'arrogante proprio a un personaggio che di lavoro fa il critico cinematografico! Una piccola vendetta contro la critica americana che ha sempre osteggiato i suoi film), soprattutto perchè sta dimostrando di essere uno dei pochi registi capaci di scavare nelle pieghe della società americana senza cadere in facili ideologie o gretti sociologismi. Non è da tutti.,Daniela Persico,

Lady in the Water
Il custode di un residence si accorge che qualcosa di strano accade nella piscina del palazzo. Scoprirà che tra le acque apparentemente quiete vive una ninfa che deve recapitare un messaggio vitale. Ad ostacolarla c'è un temibile essere, lo Scrunt, capace di apparire nei momenti più inaspettati.