La tana vede protagonista Giulio, un ragazzo di 18 anni timido e gentile che sta passando le vacanze nel casolare di campagna insieme ai genitori. Fa la conoscenza della vicina Lia, una sua coetanea tanto disinvolta quanto misteriosa e a tratti prepotente. Giulio ne è attratto ma più prova a entrare nella sua vita, più ne viene respinto. Soprattutto gli è proibito entrare in casa di lei. Dentro quelle mura, infatti, Lia nasconde il suo segreto più doloroso e inconfessabile…
Presentata alla Mostra del cinema di Venezia 2021 nell’ambito di Biennale Collage (il laboratorio di supporto per opere prime), La tana rivela doti interessanti dell’esordiente Beatrice Baldacci. Siamo di fronte a una storia dallo sviluppo originale e insolito, idealmente divisa in due parti. La prima, se vogliamo, è quella canonica dell’incontro tra due persone dai caratteri molto diversi; Giulio (Lorenzo Loi) è il classico bravo ragazzo, molto legato alla famiglia, timido e alla ricerca di un rapporto sincero mentre Lia (Irene Vetere, Notti magiche) è sfuggente, disinibita, aggressiva e non ha intenzione di farsi avvicinare. Nella prima metà del film, inoltre, domina la natura; Giulio e Lia si incontrano e scontrano nei campi e nei boschi che circondano i due casolari.
Cambia tutto nella seconda parte, quando finalmente Lia fa entrare Giulio in casa – che diventa protagonista, un rifugio ma anche una prigione – e lo mette in contatto con il dramma che sta vivendo, la malattia mentale della madre (Hélène Nardini). Un gesto simbolico importante perché è il passo con cui la ragazza accetta di farsi aiutare ed è il momento in cui il rapporto tra i due diventa più vero, intimo e sincero. Beatrice Baldacci dirige bene i due bravi attori che sono molto in sintonia; merito del film è anche quello di mantenere un livello di tensione e di suspence per tutta la durata per una sorta di thriller che rivela le qualità promettenti della regista.
Stefano Radice
Clicca qui per rimanere aggiornato sulle nuove uscite al cinema
Clicca qui per iscriverti alla newsletter di Sentieri del cinema