Il mattino di un giorno di pioggia come tanti, Stella decide di togliersi la vita. Mentre sta per gettarsi dal balcone indossando il vestito del matrimonio, alla porta bussa uno sconosciuto. Si chiama Giulio e dice di aver prenotato una stanza per la notte. È un personaggio inquietante e lo dimostra quando in casa arriva Sandro, l’ex marito di Stella e ragione per la quale la donna ha deciso di uccidersi.  Giulio aggredisce entrambi, li lega e tortura, costringendoli a confessare perché si siano separati; conosce molte cose della loro vita compreso il fatto che abbiano un figlio piccolo…

Con La stanza, Stefano Lodovichi – al terzo film da regista dopo Aquadro e In fondo a bosco – realizza un giallo/thriller con atmosfere horror che parte da un tema classico del genere: l’arrivo di uno sconosciuto in una casa. È questa la cornice attorno alla quale Lodovichi costruisce un film che vuole indagare soprattutto le dinamiche, le ipocrisie e le menzogne che spesso regolano i rapporti tra marito e moglie, a scapito dei figli che possono subirne gravi conseguenze. Tensione e suspance non mancano, così come una certa violenza, per un film in cui ci sono colpi di scena (almeno due) che potremmo definire “alla Shyamalan” (non diamo ulteriori elementi per non togliere l’effetto sorpresa a chi vorrà vedere il film). Tutto ruota attorno ai tre unici attori ben calati nelle loro parti; Giulio è impersonato da Guido Caprino sulle cui spalle poggia l’aspetto thrilling e folle del film, mentre Camilla Filippi ed Edoardo Pesce sono convincenti nei panni di Stella e Sandro. Il limite della pellicola sta in una sceneggiatura (scritta dallo stesso Lodovichi) che pecca un po’ di credibilità tanto da depotenziare i colpi di scena, con il rischio di lasciare perplesso lo spettatore. Rimane comunque un esempio interessante di film di genere, strada che la nostra cinematografia ha ripreso a battere negli ultimi anni.  La stanza è disponibile su Amazon Prime Video.

Aldo Artosin