Pellicola sulla vita di Edith Stein, filosofa ebrea, in gioventù atea poi convertita al cattolicesimo, assistente del filosofo Edmund Husserl di cui riordinò i manoscritti (Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica, 1913). La Stein entra nel Carmelo di Colonia nel 1933 col nome di Teresa Benedetta della Croce, intraprendendo il percorso di ascesi spirituale verso Dio che Santa Teresa aveva denominato nella sua opera Il castello interiore “le sette stanze”. Prelevata dai nazisti nell'agosto del 1942 a Echt (Olanda) Edith viene portata a Auschwitz dove muore il giorno dopo il suo arrivo, compiendo così l’ultima tappa del cammino carmelitano nella “settima stanza”, la camera a gas.,Scritto con Roberta Mazzoni ed Eva Pataki, il film di Márta Mészáros punta sul versante privato di quest'intellettuale ruvida e fiera, beatificata dalla Chiesa di Roma: i difficili rapporti con la madre che la considera una rinnegata, con gli innamorati e con la sorella Rosa che condivide la sua sorte. L’opera mette bene in luce ciò che disse di lei il Papa durante la sua canonizzazione: «Edith Stein è divenuta l’espressione di un pellegrinaggio umano, culturale e religioso, che incarna il nucleo profondo della tragedia e delle speranze del Continente europeo».