Nel 1963, quando questa pratica è ancora illegale in Francia, la giovane studentessa universitaria Anne decide di abortire in segreto.
Il film vincitore del Leone d’Oro 2021 alla Mostra del Cinema di Venezia è un dramma tratto dal romanzo autobiografico di Annie Ernaux e adattato per il grande schermo da Audrey Diwan. La regista e autrice, qui al suo secondo lungometraggio. dirige con mestiere la ventiduenne Anamaria Vartolomei: la storia poggia quasi interamente sulle sue giovani spalle, che riescono però a reggere il peso di un ruolo difficile e disarmante.
Come suggerisce anche il titolo originale (L’événement), il dramma della protagonista è raccontato con un taglio documentaristico ed evenemenziale: il formato è in quattro terzi e le riprese sono spesso grafiche e crude. Si delinea così un percorso umano solitario e duro, man mano che Anne si deve destreggiare fra silenzi e tabù per capire di chi fidarsi e a chi rivolgersi per abortire, nonostante la paura palpabile e crescente. Il film rimane epidermico e volutamente respingente in alcune scelte visive (e in alcune sequenze davvero al limite del sopportabile), seguendo passo dopo passo una giovane donna che dall’inizio fa una scelta decisa e senza mai il minimo dubbio; e che per questo lascia sgomenti. Il vincitore di Venezia 78 è allora una storia aspra, disturbante e tesa, che immerge lo spettatore in un calvario doloroso e privato.
Roberta Breda
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