Il quindicenne Igor lavora con il padre, uno spregiudicato trafficante di manodopera clandestina. Il ragazzo non si pone troppe domande fino a quando l’amico Hamidou cade dal ponteggio e muore. Allora Igor decide di onorare la promessa fatta all’uomo: prendersi cura della moglie Assita e della loro bambina, anche se questo vuol dire tradire il padre e i suoi insegnamenti.
La promesse affronta il tema dell’iniziazione morale di un ragazzo di quindici anni che, allevato in un contesto corrotto e totalizzante, sceglie di ribellarsi e d’entrare in contatto con l’altro. I due registi belgi dichiarano che l’intento del loro film è risvegliare la coscienza nei ragazzi che vivono in condizioni simili, aiutandoli a comprendere le tappe da percorrere per poter dire la verità. La morte di Hamidou e la promessa fattagli da Igor intervengono a segnare una cesura radicale nel film, una frattura nel rapporto tra padre e figlio, i cui nomi sono quasi l’uno l’anagramma dell’altro: Igor e Roger.
La parabola iniziatica è scandita dalle tappe che Igor percorre alla ricerca di quella legge che il padre non ha saputo donargli e che, anzi, ha tentato di nascondergli. Più che da padre, Roger viene trattato da compagno più esperto a cui guardare e da imitare in tutto come per diventare la stessa persona. I due, non a caso, si vestono nello stesso modo, hanno gli stessi gioielli, lo stesso tatuaggio. Allevare un figlio è per Roger impossessarsi della sua libertà: così si trasforma nella più tenera delle madri quando lava il figlio sotto la doccia, oppure nel più terribile dei despoti quando chiede a Igor di nascondere la morte di Hamidou.
L’esclusione dell’altro nell’educazione di Igor si manifesta soprattutto l’esclusione della figura materna. La madre non viene mai nominata, di lei si nota soltanto il peso di una terribile assenza che porta Igor ad avvicinarsi con curiosità ad Assita, moglie di Hamidou. Disinvolto e adulto nei confronti degli altri immigrati, Igor manifesta la sua età soltanto con Assita, una persona carica di mistero. Quando è di fronte a lei, Igor non riesce a guardarla negli occhi. Bisogna attendere il finale perchè ci sia quel lungo sguardo tra Assita e Igor: il ragazzo rivela alla donna tutta la verità sulla morte del marito. Igor ha finalmente preso coscienza non soltanto nel dire la verità ma nell’atto stesso di affermarla come valore superiore liberandosi dal giogo di un padre-padrone.