Commedia degli equivoci dall’articolato intreccio narrativo. Leonardo e Giorgio (rispettivamente Luca Argentero e Alessandro Gassman) sono due fratellastri molto diversi tra loro. Il primo è un ragazzo capace di ascoltare le donne, di comprendere i loro problemi, alla ricerca della donna della sua vita, come dice il titolo. Il secondo è legato in matrimonio con Carolina, donna desiderosa di una maternità che fatica a venire. Nonostante questo legame, Giorgio è un playboy incallito che salta da un’amante all’altra. I destini di entrambi finiranno per intrecciarsi attorno alla bella Sara (Valentina Lodovini). A seguire le vicende dei tre è la madre Alba (Stefania Sandrelli), una donna dal passato complicato, che vive col padre di Leonardo senza però riuscire mai a dimenticare il primo marito, il padre di Giorgio.,Luci e ombre sul nuovo film di Luca Lucini, regista dai risultati alterni. Alcuni suoi film sono poco riusciti (Tre metri sopra il cielo, divenne un piccolo cult e lanciò i film “da Moccia” e Riccardo Scamarcio, ma anche il più ambizioso Solo un padre e il corale Oggi sposi), altri decisamente buoni (il divertente L’uomo perfetto e l’ottimo Amore, bugie e calcetto, il suo miglior film). In genere il suo punto forte sono le sceneggiature brillanti, che riesce a dirigere con ordine (talvolta didascalico). In questo caso, la sceneggiatura è firmata da Cristina Comencini, per una volta al servizio di un altro regista. Che porta in dote, dal suo bagaglio personale, ulteriore verve ma anche un cinismo nell'osservare i rapporti amorosi assente nei precedenti film del regista (che, da perfetto “non autore”, si limita a mettere in scena storie altrui),Più o meno tutti gli attori sono al posto giusto, specialmente sulla sponda femminile: la Lodovini è un volto giovane e bello del nostro cinema e la Sandrelli è altrettanto brava che nel recente La prima cosa bella.,Ciò che viene raccontato è però non solo triste, ma poco credibile. Gli equivoci chiamati in gioco daranno infatti vita ad una serie continua di scambi di coppie, che si formano e si rompono di continuo, nella delusa speranza di trovare la donna (o l'uomo) “della mia vita”. Ma questa sarabanda suona troppo artefatta e costruita a tavolino, per dimostrare una tesi, più che rispondere a necessità narrative dei personaggi; in partenza ben scritti e caratterizzati secondo una propria complessa singolarità, ma costretti a recitare una parte che le premesse non giustificherebbero. Certo, uomini e donne di oggi sono spesso irrazionali; ma qui i troppi colpi di scena con svolte e giravolte dei personaggi sembrano, appunto, rispondere a una tesi più che costruire un racconto solido.,In particolare, nel personaggio della madre Alba/Sandrelli, defilato dietro il terzetto dei protagonisti ma motore dell'intricata vicenda: divisa tra il ricordo del primo marito e l'affetto un po' ottuso per il secondo ma anche determinata a porre un po’ di ordine nell'uragano affettivo dei figli, svelerà alla fine segreti, trame e strategie troppo complicate (e assurde) per risultare credibili. Rovinando anche spunti interessanti, come quando in una “visione” l'ex marito (il grande Franco Branciaroli) le confesserà un segreto importante: «Nella vita serve almeno una persona con cui proprio non puoi barare». Peccato che a barare ci si metta poi il narratore, costringendo i personaggi ad acrobazie che rovinano definitivamente il film.,

Andrea Puglia