Claudio Bisio torna sugli schermi dopo sette anni, e lo fa con un inaspettato noir all’italiana. ,Stupisce infatti per l’impatto sporco e violento delle primissime sequenze, e mantiene una cifra piuttosto “impegnata”, seppur stemperata dalla solita (auto)ironia e dal proverbiale sarcasmo del cabarettista di Zelig.,La storia è interessantemente giostrata sulla doppia personalità del protagonista, che viene descritta scevra da manicheismo e dalle caratterizzazioni false e marcate che solitamente descrivono i personaggi di film del genere.,La pellicola dunque sorprende. Ci si aspettava, dato il personaggio in sé di Bisio, un film dai toni e dalle sfumature decisamente più soft. Invece ci troviamo spesso e volentieri in presenza di scenografie cupe, ambienti sporchi e vitali, e personaggi non lineari e problematici.,Il Gorilla (la metà buona del personaggio di Sandrone, quella più dura viene detta “il Socio”) è un personaggio, creato dalla penna di Sandrone Dazieri, che si muove nel sottobosco della provincia padana più oscura, e che, per bontà d’animo e filantropia, aiuta persone finite in situazioni estreme. Questa volta lo spingerà l’amore per una bella Stefania Rocca (sempre generosa a mostrare il proprio decoltè) a impelagarsi in un’indagine complessa. Sua ottima spalla sarà Bebo Storti, comico nato e cresciuto nell’ambiente della Gialappa’s, qui in un ruolo serioso e duro (anticipato dalle sue ultime performance teatrali).,Ad aggiungere la classica ciliegina sulla torta, va assolutamente menzionata la partecipazione straordinaria (in tutti i sensi) di Ernest Borgnine, storico premio Oscar (per Marty vita di un timido, 1955) che si presta ad interpretare un ruolo assolutamente autoironico, che si rivela esilarante nella disponibilità del vecchio yankee a girare il film in un italiano stentato.,Un film dunque non per famiglie, che si rivelerà anche, nel suo coup de teatre finale, controverso, se letto con occhi non scevri da possibili letture politico/dietrologiche, ma che tiene bene la corda di una storia (spaghetti-noir l’ha definita il regista) insolita per il cinema italiano di oggi.,Pietro Salvatori