La tanto attesa rilettura della famosa fiaba dal parte di Christophe Gans (uno che si era fatto conoscere al grande pubblico con l’interessante Patto dei lupi, ma poi, ricordiamocelo, ha fatto solo Silent Hill…), arricchita da un cast di stelle transalpine (da Cassel Bestia alla Seydoux Bella, passando per Dussolier nei panni dell’onnipresente padre mercante), è il tipico esempio di un cinema che, nel tripudio dell’immagine e degli effetti speciali, perde l’ispirazione più profonda del racconto e quindi l’occasione per farsi amare e ricordare dal pubblico.,La sovrabbondanza (che in realtà su questo versante si traduce in povertà di approfondimento) comincia dal racconto: una “cornice” di narrazione in realtà abbastanza inutile (verrebbe dire da fiction televisiva…), una moltiplicazione di personaggi (a cominciare dai 6 figli del mercante, come nella fiaba originaria: peccato che sullo schermo siano solo figurine senza spessore che rubano spazio alla trama principale senza regalare divertimento né risvolti drammatici) e di piani narrativi (il passato della Bestia che Bella vede in sogno), ma soprattutto la pochezza di un intreccio che non consente di sviluppare quello che è il nodo centrale di questa vicenda. ,Il risultato è che tra una corsa a cavallo nella foresta e una battaglia tra giganti di pietra (sì, ci sono anche quelli… oltre che inutili creaturine che accompagnano Bella nel castello e che fanno rimpiangere le stoviglie di disneyana memoria…) il rapporto tra Belle e la Bestia viene forzato in binari meccanici, in cui le pieghe di una relazione che va dalla paura alla repulsione verso l’innamoramento vengono schiacciate dal desiderio di costruire un mondo di magia in cui, purtroppo, quanto più si vede tanto meno si sente la forza dei sentimenti.,Il risultato è che la pellicola risulta dispersiva (con tutte le sue sottotrame poco interessanti sulla famiglia di Belle: in particolare sulle disgrazie di suo padre, che forse essendo interpretato dal mostro sacro Dussolier, ha ricevuto per questo una quota di scene decisamente superiore al necessario) e mai veramente appassionante. E anche quando potrebbe incantare con trovate visive, lascia indifferenti perché i personaggi (e i loro interpreti) non convincono mai fino in fondo.,Senza la suggestione perturbante del capolavoro di Cocteau né la leggerezza del classico Disney, il film di Gans rischia di mancare sia il pubblico dei più giovani (per eccesso di cupezza e violenza in alcuni passaggi, ma anche per l’arzigogolatura del racconto) che quello degli adulti che da questa versione e questo cast avrebbero potuto aspettarsi qualcosa di più intrigante e misterioso.,Luisa Cotta Ramosino,

La bella e la bestia
Per salvare suo padre la dolce Bella si offre prigioniera di una terribile misteriosa Bestia.