Musicisti e militari, sempre in divisa celeste, il gruppo guidato dall’impeccabile colonnello Tewfiq, che è anche il direttore d'orchestra della banda. Gentili, timidi, quasi tutti un po’ goffi. Non si pensi a tensioni politiche o religiose: pur in un paesino di provincia (Bet Hatikva, dove i pullman passano una sola volta al giorno) che di più non si può, tra israeliani ed egiziani non scatta l’ostilità (anche se in una cena le donne di una famiglia israeliana sono più diffidenti dei loro mariti), e anzi tra una situazione surreale e l’altra ci scappano sorrisi, complicità, intese silenziose. La musica unisce sorprendentemente, la padrone del ristorante Dina che divide il gruppo tra casa sua e quelle dei suoi collaboratori in attesa di ripartire, l’indomani, verso la corretta destinazione del loro concerto. Dina è una donna sola, senza inibizioni (non si cura delle reazioni dei compaesani), che cerca evidentemente l’amore. E pare trovarlo nel silenzioso colonnello, vedovo da tre anni. Che le confiderà un suo triste segreto (il momento più commovente del film), ma non le concederà il cuore. E intanto altri destini sentimentali si incrociano tra i due gruppi.,“La banda”, diretto dal debuttante israeliano Eran Kolirin, è un film di silenzi ma anche ricco di umorismo, con trovate divertenti, battute argute e scene mute ma eloquenti (come la lezione di “direzione d’orchestra”, e la mini educazione sentimentale in cui uno scafato egiziano insegna a un goffo israeliano come corteggiare una ragazza, in tempo reale). Si parla di tolleranza e amicizia in molte letture del film, più giustamente di animi umani che si scoprono più simili di quanto le distanze e le differenze vorrebbero imporre: il cuore dell’uomo trascende le nazionalità (per questo sembra davvero ottuso che in Egitto il film sia stato boicottato). Ma è anche vero che di questo incontro tra persone diverse rimane soprattutto il senso di solitudine, di malinconia, di disagio. ,Antonio Autieri
La banda
La banda musicale della polizia di Alessandria d’Egitto deve suonare all’inaugurazione del centro culturale arabo di una cittadina israeliana. Ma sbagliano paese e si trovano in una landa desolata. Dove però gli abitanti sono ospitali, a partire da un’esuberante locandiera…,