La morte dell’Uomo d’acciaio alla fine del precedente film di Snyder, il non proprio riuscitissimo Batman vs Superman, ha lasciato la terra non solo priva dalla protezione contro i cattivi, ma soprattutto priva di quella speranza che il figlio di Krypton cresciuto tra gli umani sembrava incarnare. Lo riconosce anche un cinico e un po’ imbolsito Bruce Wayne, che di fronte alla comparsa di misteriosi “parademoni” intuisce che qualcosa di molto pericoloso sta per affacciarsi sulla Terra; e non basteranno né i suoi soldi né le sue armi tecnologiche a sconfiggerlo. Ma se Diana/Wonder Woman non sa dire di no al richiamo del dovere e dell’onore le cose sono più complicate con gli altri riluttanti supereroi… E soprattutto bisogna capire come riportare indietro Superman, l’unico che abbia davvero qualche chance contro il potente e crudele Steppenwolf (a cui in originale dà voce Ciaran Hinds).

La nuova pellicola del mondo DC Comics, frutto ibrido più o meno volontario dell’impostazione narrativa e visiva di Snyder e Wheldon (chiamato a completare il lavoro del collega, bloccato da un lutto familiare), prende le distanze dalla cupezza dei suoi predecessori e tenta un’ “invasione di campo” in quell’aria del cinecomic tradizionalmente occupata dai film Marvel, spudorati (a volte anche troppo, come nel recente Thor Ragnarok) nello spingere il pedale della comicità nell’ambito dell’avventura.

Aiuta il meccanismo della squadra da formare, quasi controvoglia, da parte di un Batman dichiaratamente sul viale del tramonto, ma non per questo meno determinato a salvare il mondo, anche se questo significa accompagnarsi a eroi scontrosi (come Aquaman) o fin troppo chiacchieroni (come Flash). Sembra pesargli decisamente meno riallacciare i rapporti con l’affascinante Wonder Woman, eroina senza macchia che fa da perfetto contrappunto al suo cinismo. La tensione tra i due personaggi (ben servita dai loro interpreti) è, insieme alla veste nerd  e logorroica del Flash di Ezra Miller, una delle cose migliori del film.

Il resto (tra scatole del potere e nemici alieni) ha più di un elemento di familiarità con similari intrecci Marvel (mi perdonino i puristi se non colgo le sottili differenze tra gli uni e gli altri plot/oggetti di potere), ma il pubblico onnivoro del cinecomic troverà sufficiente materiale per soddisfare una fame che, in verità, negli ultimi anni, in cui gli eroi a fumetti monopolizzano gli schermi, rischia piuttosto di trasformarsi in indigestione.

L’ingombrante assenza/presenza di Superman (con Amy Adams decisamente più significativa del non proprio espressivo Cavill) è funzionale a una trama in realtà abbastanza lineare e così, seguendo i vari personaggi, lascia il tempo per dare qualche approfondimento in più sulle psicologie e di godersi le interazioni e preparare gli stand alone di ogni personaggio nonché il secondo Justice League (o forse il prossimo Batman, chi lo sa?)

Combattimenti spettacolari come sempre, anche se ormai diventa difficile inventare variazioni sempre più complesse di questi impressionanti teatri di devastazione… L’intrattenimento comunque è garantito, la fine del mondo evitata e allo spettatore non resta che aspettare di ritrovare i “superamici” (così era tradotta la Justice League in Italia) impegnati in nuove avventure.

Luisa Cotta Ramosino