Può la cucina far uscire una donna da una crisi esistenziale e farle ritrovare il senso della sua vita? Sì, purchè si trovi al suo fianco un marito innamorato e paziente, pronto a sostenerla nei momenti di crollo e a provare tutte le sue ricette a costo di ingrassare e rovinarsi il fegato. Questa è la risposta che Nora Ephron (pluripremiata autrice di commedie sentimentali, la più nota è Harry ti presento Sally) offre con enfasi fin eccessiva accostando le esperienze (reali) di due donne vissute a quarant’anni di distanza: Julia Child, moglie di un diplomatico americano a Parigi, per vincere la noia si iscrive a un corso del Cordon Bleu e conquistata dalla cucina francese decide di trasmetterne gli ineffabili trucchi al popolo delle cuoche americane del dopoguerra con un libro che diventerà famoso, mentre il marito, che la adora, lotta contro gli intrighi (per il vero un po’ confusi e poco minacciosi) del maccartismo.,Julie Powell lavora per l’agenzia pubblica che gestisce le conseguenze (materiali, ma soprattutto umane) dell’11 settembre, rischia la sindrome da burn out, ha amiche troppo ricche e stronze e vorrebbe fare la scrittrice, anche se non è mai riuscita a finire il suo romanzo. Lei pure è dotata di un marito molto comprensivo che la ama teneramente e sopporta le sue frequenti crisi esistenziali. È lui a consigliarle di darsi un obiettivo attraverso la cucina, e di tenere un diario di bordo su Internet, l’unico luogo dove tutti posso essere pubblicati (purtroppo, ci verrebbe da dire).,A parte le meravigliose ricette francesi di cui la pellicola è piena (e che forse da sole valgono il prezzo del biglietto e una gita in libreria al reparto cucina), questo film non ha molto da dire, in positivo o in negativo, né sui rapporti di coppia (entrambi forse troppo perfetti per offrire qualche spunto per la vita reale) né sulla ricerca di una vocazione personale, sacrosanto diritto di chiunque, sia pure attraverso la preparazione di aragoste e soufflé.,Il problema è che a Julia Child tutto va sempre troppo bene (anche le minacce dei crudeli funzionari del governo, che sembrano presagire un trasferimento in qualche landa desolata per la coppia troppo liberal si concretizzano in uno spostamento a Marsiglia), mentre Julie Powell è davvero troppo umorale e lagnosa per conquistare la simpatia di qualunque casalinga che abbia dei problemi reali e non fisime da mancato successo letterario.,Detto questo la storia scorre piacevole (soprattutto la parte ambientata negli anni Sessanta, Parigi è sempre Parigi e il cibo una meraviglia per gli occhi), per una volta non ci sono in scena famiglie distrutte e le prove delle due attrici principali sono di grande mestiere (anche se per mimare lo stile esuberante della vera Julia Child, un donnone che si dovette far costruire una cucina su misura, ora in un Museo, la Streep gigioneggia un po’). Il risultato, però, più che indirizzare il pubblico alla prossima pellicola, lo indirizzerà più facilmente al più vicino ristorante.,Laura Cotta Ramosino