Si legge Karyn Kusama, ma in realtà l’autrice è lei, Diablo Cody, la giovane sceneggiatrice, vincitrice da assoluta outsider dell’Oscar per la sceneggiatura di Juno. Già autrice dello script di una serie televisiva, The United States of Tara, con protagonista una mamma combattiva alle prese con una triplice personalità, Diablo Cody, si è buttata anima e corpo in questo nuovo progetto, di cui è sceneggiatrice ma anche produttrice esecutiva. Una storia bizzarra, ma forse neanche troppo. Una storia horror ambientata in un mondo liceale già ampiamente analizzato in Juno e che la Cody ben conosce. Megan Fox è Jennifer, bellissima femme fatale che, da groupie di una band votata al demonio, diventa dapprima vittima inconsapevole di un sacrificio andato male, poi Erinni tragica, a caccia di sangue fresco per soddisfare le proprie voglie. L’operazione è insolita fino a un certo punto almeno per un pubblico abbastanza assuefatto agli horror. Cody, da appassionata verace di horror, non lesina omaggi al cinema horror alto, medio e bassissimo, dal Wes Craven di Scream a Romero all’immancabile Argento di cui proprio Juno era fan accanita. Come in Juno non manca una certa brillantezza di scrittura, particolarmente efficace nel raccontare il mondo inquieto, distorto e forse un po’ mostruoso delle liceali, di cui Jennifer rappresenta un po’ una sintesi e al tempo stesso un totem simbolico. Facile scorgere negli appetiti della ragazza, la smania di arrivare al successo subito e a qualunque costo, un po’ perché la fama, come insegna proprio la band satanica, passa attraverso un’ambizione disumana, diabolica per la quale si può sacrificare tutto e tutti. Un po’ perché il sesso, già ampiamente presente in Juno, seppur più sotto forma di discorso che di atto, è la vera ossessione del modo dei giovani e l’anticamera obbligata per chi volesse far carriera. Eppure, nonostante i vari sottotesti presenti, sin troppo evidenti, il film non riesce a replicare quell’equilibrio di grazia e di malinconia che aveva fatto grande proprio Juno. Megan Fox, per quanto ci metta l’impegno in un ruolo anche rischioso per la propria immagine di star in ascesa non vale Ellen Page, così come i tanti personaggi di secondo piano, tanto fondamentali nella narrazione leggera di Juno, pur interpretati curiosamente da molti comprimari del film di Reitman, incidono pochissimo e risultano appena accennati. Non mancano, è vero, gli omaggi al cinema horror classico e contemporaneo, ma questo non basta e soprattutto stona la confezione laccatissima e patinata per un film che nelle intenzioni si sarebbe voluto molto più dissacrante, scomodo, politically correct e che alla fine è solo uno dei tanti horror convenzionali. E invece, fatta eccezione per un paio di battute ben assestate, Jennifer’s Body è un horror che non sa che strada prendere. Non fa ridere, non fa paura e non dice neanche granché di originale. Senza scomodare i padri venerandi del cinema delle tenebre, già solo Scream era ben altra cosa.,Simone Fortunato