Se n’è andato l’ultimo grande genio della musica italiana, a 91 anni ci ha lasciato Ennio Morricone. Un compositore, un vero maestro, una persona dalla grande umanità. In paese dalla straordinaria storia musicale, la scomparsa di Morricone evidenzia purtroppo la povertà del nostro panorama attuale, l’inaridirsi di quella grande vena di musica popolare che per secoli è stata spunto per i grandi compositori nostrani e stranieri, e che ha fatto sì che per secoli la musica fosse un tratto distintivo dell’Italia.

Morricone, nato a Roma il 10 novembre 1928, non si sentiva sminuito dallo scrivere composizioni per il cinema, come non si sentiva superiore per le sue opere di musica classica contemporanea. Per lui la musica, fosse o meno legata alle immagini, era tutto, grazie alla sua straordinaria vena creativa e alla costanza del suo lavoro. Il destino ha fatto sì che lui e Sergio Leone si incontrassero da bambini e che questa amicizia fosse lo spunto per un sodalizio che li ha resi famosi e ammirati in tutto il mondo. Impossibile sintetizzare in breve una carriera irripetibile, con oltre 500 colonne sonore tra cinema e tv, cui sono da aggiungere gli arrangiamenti di canzoni (basti citare le musiche della bellissima “Se telefonando” portata al successo da Mina) e le composizioni di musica contemporanea.

Ma il suo nome è legato, soprattutto, al cinema. Musiche energiche o sognanti, suadenti o incalzanti, classicissime o modernissime. Capaci di integrarsi alla perfezione con il sentimento del regista e del film, ma anche di essere riconoscibili per la sua firma, il suo stile. Eppure sempre diverse. Comunque, banale ma vero: sempre bellissime, superbe, emozionanti.

Tra i tantissimi titoli che sarebbero da citare, i film di Sergio Leone, appunto suo amico dall’infanzia: da Per un pugno di dollari a Per qualche dollaro in più, da Il buono, il brutto, il cattivo a C’era una volta il West (quando Claudia Cardinale arriva alla stazione, la musica strappa il cuore…), da Giù la testa a C’era una volta in America. Ñel periodo dei western all’italiana ci sono tra le altre anche le collaborazioni con Sergio Corbucci (Il mercenario), Duccio Tessari (Una pistola per Ringo), Tonino Valerii (Il mio nome è Nessuno).

Ma non c’è solo il western: tra i grandi film italiani musicati da Morricone, La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo, l’ossessivo tema di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, poi i grandi film internazionali: I giorni del cielo di Terrence Malick, La cosa di John Carpenter, Gli intoccabili di Brian De Palma, la commovente musica per Mission di Roland Joffé (e fu un grande dolore per lui, quella volta, il mancato Oscar che gli sfuggì poi ancora a lungo), il sodalizio con Giuseppe Tornatore da Nuovo Cinema Paradiso in poi.

Tra i numerosissimi premi e riconoscimenti, due premi Oscar arrivati dopo 5 nomination: per i già citati I giorni del cielo, Mission e The Untouchables – Gli intoccabili, poi per Bugsy di Barry Levinson e per Malèna di Tornatore. Infine, appunto, i due Oscar: curiosamente, prima alla carriera, nel 2007, per compensarlo dello scandalo di una statuetta che ancora mancava alla sua carriera (con un deferente Clint Eastwood a consegnargliela); poi nel 2016, per una colonna sonora, quella di The Hateful Eight  di Quentin Tarantino.

Ma più di mille parole contano le sue musiche. A seguire, dopo il video della sua vittoria agli Oscar 2016, alcune delle sue indimenticabili note.

Antonio Autieri e Beppe Musicco

Il Premio Oscar nel 2016, con il suo commosso ringraziamento in italiano

Il buono, il brutto e il cattivo (1966)

La battaglia di Algeri (1966)

C’era una volta il West (1968)

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970)

Il mio nome è Nessuno (1973)

C’era una volta in America (1984)

Mission (1986)

Nuovo cinema Paradiso (1988)

The Hateful Eight (2015)