Ne Il sesso degli angeli, Don Simone è un prete anticonformista. Cerca di rianimare una parrocchia alle porte di Firenze. Dallo zio Waldemaro riceve in eredità un’attività di grande successo che gli permetterebbe di sistemare il tetto della chiesa e costruire finalmente un centro polivalente. Partito verso Lugano, insieme al sacrestano Giacinto, scoprirà amaramente che l’attività di successo altro non è che una casa di appuntamenti di lusso, gestito da Lena. Don Simone avrà sette giorni per decidere se accettare l’eredità o meno…

A quattro anni da Se son rose, Leonardo Pieraccioni torna con una commedia moralista fin troppo dai buoni sentimenti. Con Il sesso degli angeli siamo però lontani anni luce dai fasti de Il ciclone, Una moglie bellissima o Ti amo in tutte le lingue del mondo. Pieraccioni è don Simone, un prete moderno che per attirare giovani in chiesa utilizza canzoni di Lady Gaga; è alle prese con una parrocchia fatiscente, con pochi devoti e la sua fede a tratti sembra vacillare. La sceneggiatura, scritta dallo stesso Pieraccioni insieme a Filippo Bologna, gioca molto sull’imbarazzo del don quando scopre la vera natura dell’eredità lasciatagli dallo zio Waldemaro (Massimo Ceccherini); il film segue così la linea della commedia degli equivoci con il prete che cela la sua vera identità a Lena (Sabrina Ferilli) e alle sue ragazze. Una volta svelatosi, però, il suo scopo diventa quello di portare le prostitute a cambiare vita e a riappropriarsi del loro futuro. In questo sta il messaggio un po’ moralista del film ma il tutto, però, risulta senza particolari guizzi o verve e il lieto fine è scontato.

Leonardo Pieraccioni ripropone le espressioni e le mosse che lo hanno reso popolare ma manca decisamente la fantasia che ha animato i film migliori. Un po’ di brio prova a darlo Marcello Fonte nei panni del sagrestano Giacinto che si innamora di una delle escort, ma il talento dell’attore poteva essere sfruttato meglio così come la presenza di Sabrina Ferilli che non viene particolarmente valorizzata. Sprazzi di “politicamente scorretto” riesce a darli Ceccherini, il cui personaggio compare in sogno a don Simone, spronandolo a “vivere” anche rinunciando all’abito talare. Il problema de Il sesso degli angeli è che, al di là di qualche battuta riuscita e di un siparietto divertente con Vincenzo Salemme, non convince e diverte poco. Girato in gran parte a Lugano, il film risulta anche un bello spot turistico per il Canton Ticino.

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