Quella tradotta con grande efficacia in film dal talentuoso regista indipendente John Sayles è una fiaba irlandese sull'originaria armonia tra l'uomo e la natura e sul legame di una famiglia con la terra in cui vive. Sono le storie che Fiona ascolta dal nonno pescatore a proposito dell'isola di Roan, dove la famiglia Conneelly ha sempre abitato, che gradualmente aprono i suoi occhi, prima affaticati dai miasmi della città industriale, e le permettono di tornano a vedere la realtà. Esemplificativa in questo senso la scena in cui, guardando dalla finestra la distesa dell'oceano, Fiona riesce a vedere in lontananza l'isola di Roan che il nonno le indica e poi, di notte, la luce di un misterioso faro. Gli splendidi scenari della costa occidentale irlandese dove Fiona trascorre le sue giornate diventano, in questo film dove tutto è magico, dei veri e propri personaggi di cui, incessante come le onde del mare, si percepisce l'azione sulle vicende degli uomini che li abitano. ,Ma le fiabe del nonno sono anche lo strumento con cui Fiona, resasi conto di chi veramente è, rende possibile la rinascita della famiglia Conneelly che, abbandonando Roan Inish, ha perso irrimediabilmente una parte di sé. Il piccolo Jamie, gemello di Fiona è stato infatti portato via dal mare sulla sua culla-barca il giorno della partenza. Come si viene a sapere, a differenza della sorella Jamie ha i capelli scuri, che gli provengono dai cromosomi di una leggendaria antenata ninfa del mare capace di mutarsi ora in donna ora in foca. Ritornare sull'isola, dove il piccolo forse vive allevato dalle foche (che poi sarebbero “l'altro ramo della famiglia”), diventa per i Conneelly il modo per ripristinare quell'armonia che gli anni dell'esilio da Roan avevano infranto e per ritrovare la gioia di una famiglia di nuovo unita.,