Giacomo è un autista dell’Atac di Roma che vive una vita senza troppe soddisfazioni. È un ragazzo mite, ferito dal padre che lo aveva abbandonato trent’anni prima. Raggiunto dalla notizia della morte del genitore, si presenta alle porte della tenuta dove viene accolto in carrozza dall’avvocato Bartolomeo Sanna che, nell’incredulità di Giacomo, gli comunica di aver ereditato un vero e proprio regno realizzato dal padre nelle sue terre, in cui si vive come nell’anno Mille. Nei possedimenti abitano persone che hanno rinunciato alla modernità ma anche giovani e bambini che non sono mai usciti di lì e non conoscono niente del mondo esterno. Ce la farà Giacomo a reggere il ruolo e a farsi rispettare da monarca assoluto? Riuscirà ad amare Ofelia e a tenere a bada la sorellastra che mira a spodestarlo?

Opera prima di Francesco Fanuele, e sviluppo di un corto da lui stesso diretto, Il regno si pone come commedia di satira politica e sociale. Da una parte abbiamo la tristezza della vita reale, infelice e vessata dalle tasse; dall’altra il miraggio di una vita semplice e forse più pura. C’è poi il tema dell’ambizione e del potere e di come questo cambi le persone. Giacomo inizia a governare da sovrano illuminato, che vuole farsi amare dai sudditi e non temere come accadeva con il padre; poi, però, si fa prendere la mano e comincia ad essere dispotico. Ma è chiaro che Giacomo, che nella vita reale non ha una vera identità, cerca di costruirsela nel regno.

L’idea di partenza è interessante e divertente – può ricordare molto alla lontana Non ci resta che piangere – ma lo svolgimento è senza mordente. La sceneggiatura non affonda mai il colpo e il film resta un po’ incompiuto con un finale non convincente. Il punto di forza è la prova convincente di Stefano Fresi (Giacomo) e, soprattutto, di Max Tortora (l’avvocato Sanna); i dialoghi e le scene che li vedono insieme sono i momenti più riusciti. Deboli, invece, i ruoli femminili; riteniamo che Silvia D’Amico (The Place, Brave ragazze, Hotel Gagarin), che impersona Ofelia, potesse essere sfruttata meglio. Belle le location e i costumi. Dopo un rapidissimo passaggio nelle arene estive, è già disponibile nelle piattaforme online.

Aldo Artosin