Ne Il quinto set Thomas Edison è un ex promessa del tennis francese che nel 2001 sfiora la finale del torneo del Grande Slam. Lo troviamo nel 2021, padre di famiglia e insegnante di tennis che però continua a provare il rilancio nella carriera professionistica, senza grandi risultati. Ha ancora un sogno, giocarsi le qualifiche del famoso torneo, per tornare nel tennis che conta e vincere lo scetticismo della moglie e dell’inflessibile madre.

Scritto e diretto da Quentin Reynaud, Il quinto set (disponibile su Netflix) è un bel film non solo sullo sport ma sulla determinazione di un uomo che cerca, ha bisogno, desidera un riscatto. Non siamo, però, dalle parti di Borg McEnroe, La guerra dei sessi o Wimbledon. Qui non vediamo campioni leggendari che si battono nei tornei più importanti o un atleta che dal fondo classifica torna ai vertici. No, vediamo un atleta, un uomo comune ma orgoglioso che cerca il riscatto partendo dalle qualificazioni, dalla periferia del tennis che è la sua ragione di vita. Thomas (impersonato molto bene da Alex Lutz) è ferito nel morale (la sua carriera sembra finita) e nel fisico (per i tanti infortuni). Ha comunque una vita fatta di affetti (per la famiglia) ed è un bravo insegnante di tennis, ma ha ancora dentro il fuoco della competizione. Si confronta quotidianamente con la moglie Eve (Ana Girardot) che lo vorrebbe più presente come marito e padre e con l’esigente madre Judith (Kristin Scott Thomas, molto brava) che, pur consapevole del suo talento, non ha mai creduto fino in fondo in lui tanto da non andare più a vedere le sue partite dal 2001. I dialoghi anche tesi e serrati con le due donne, ognuna con le sue ragioni, sono tra i momenti più riusciti del film ma non ci danno mai l’impressione che Thomas sia solo o sia semplicemente folle a inseguire il suo sogno.  Ne Il quinto set non mancano ovviamente immagini di partite e l’aspetto riuscito nella messa in scena è che vediamo, sentiamo e percepiamo la fatica fisica e psicologica che costa al protagonista battersi nelle qualificazioni. Arriverà poi l’approdo al tabellone principale del torneo che gli regala la sfida con la nuova giovane promessa del tennis francese, con un finale aperto (forse troppo) che ci porta comunque a dire che Thomas, comunque vada, è un vincente.

Aldo Artosin

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