Daphne Desperaux (Alice Isaaz) è una giovane editor della nota casa editrice parigina Grasset; durante un viaggio in Bretagna, in una piccola biblioteca pubblica dove sono anche conservati manoscritti rifiutati dalle case editrici, scopre quello che è certa essere un capolavoro, il romanzo “Le ultime ore di una storia d’amore”. L’autore è lo sconosciuto Henri Pick, purtroppo defunto da qualche anno. Sia la moglie che la figlia del defunto, che aveva una pizzeria in zona, ignoravano del tutto la passione dell’uomo per la scrittura e che avesse scritto un romanzo, ma ne autorizzano la pubblicazione. Appena uscito, il libro ha subito un successo dirompente, dovuto anche alla particolarità dello scomparso autore. Senonché in una famosa trasmissione televisiva dedicata ai libri, il conduttore Jean-Michel Rouche (Fabrice Luchini) dichiara in diretta, e alla presenza della famiglia dello scomparso Pick, l’assoluta impossibilità che un pizzaiolo bretone che non ha mai scritto niente in vita sua possa essere l’autore di un romanzo così riuscito. La trasmissione degenera in una lite tra la famiglia offesissima e il conduttore, tanto da dover essere interrotta. Licenziato in tronco dalla tv e ostracizzato dal sistema letterario parigino, Rouche decide di dimostrare al mondo di aver ragione e si reca sul posto, riuscendo a incontrare Joséphine, la figlia di Pick (Camille Cottin), insegnante e amante della lettura. I due, pur certi delle loro opposte convinzioni, decidono di collaborare alla soluzione dell’enigma.
Basato su un’arguta trovata (la biblioteca dei testi rifiutati) Il mistero Henri Pick è tratto dal romanzo omonimo di David Foenkinos: il film, diretto da Rémi Bezançon, indubbiamente è una riuscita commedia sul sistema letterario-editoriale, e sul potere che ha la televisione di promuovere o stroncare i testi, specialmente degli esordienti. Interpretato da Fabrice Luchini, grande nel rendere l’acribia di un critico che si sente ingiustamente emarginato nonostante la sua competenza, è una storia capace di sfoggiare anche un lato umano malinconico e ricco di rimandi letterari, reso efficacemente anche dall’interpretazione di Camille Cottin (attrice nota anche per la serie Netflix Chiama il mio agente, in una puntata della quale recita proprio con Luchini).
Costruito come una “detective story”, Il mistero Henri Pick riesce ad appassionare lo spettatore che si chiede quale sarà la verità: è stato veramente il pizzaiolo a scrivere quelle frasi così appassionanti? E, se non lui, chi è stato, e come ha fatto il manoscritto a finire proprio nello sperduto paesino sull’oceano? Ricco di colpi di scena (con una breve apparizione anche della grande attrice tedesca Hanna Schygulla), il film è anche un tributo al piacere della lettura (passione ahimè molto più diffusa in Francia che da noi). C’è da sperare che questo piccolo ma brillante film possa contribuire alla causa.
Beppe Musicco