In tanti hanno citato Indiana Jones come riferimento di questo simpatico film d’azione con Nicolas Cage e, tenendo conto del tempo passato (oltre vent’anni dal primo episodio) e dei cambiamenti tecnologici (certi “trucchi” e gadget ricordano caso mai James Bond) il paragone può starci.
In ogni caso, Il mistero dei templari appassiona e diverte quanto basta. Dall’incipit in un paesaggio innevato con scoperta di una nave affondata alla scoperta del segreto della Dichiarazione di Indipendenza con relativo furto, fino alla “caccia” agli indizi con ripetuti colpi di scena e passaggi di mano della Dichiarazione/mappa, il ritmo non cala mai. E la definizione del personaggio di Cage, un simpatico studioso squinternato e un po’ goffo ma anche romanticamente galante, è riuscita, come quella della simpatica spalla un po’ goffa ma spesso decisiva per trovare la soluzione giusta (perfetto Justin Bartha nel ruolo), della bionda funzionario degli Archivi nazionali (la brava Diane Kruger), di un cattivo per una volta non sopra le righe (Sean Bean) ma è anche il caso di piccole ma incisive parti, come quelle del padre del protagonista interpretato da Jon Voight e del poliziotto apparentemente burbero incarnato dal redivivo Harvey Keitel con la classe di un tempo. Senza troppe pretese, le due ore scarse passano senza distrarsi e né annoiarsi.
Antonio Autieri
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