Lorna è una giovane donna forte e determinata, una delle tante immigrate in cerca di una regolamentazione. Vorrebbe aprire un bar con il compagno, ma a entrambi mancano sia la cittadinanza sia il denaro necessario. Due problemi risolti in una maniera tanto macchinosa quanto apparentemente fruttuosa da un boss locale: Lorna diventerà cittadina belga sposando il tossico Claudy (interpretato da Jérémie Reigner, dimagrito di dieci chili per calarsi nel personaggio), che sarà ucciso da un’overdose letale, in seconde nozze si sistemerà con un mafioso russo che la pagherà per ottenere a sua volta un salvacondotto per l’Europa. In questo lucido piano qualcosa non è prevedibile: forse l’amore che arriva all’improvviso legando Lorna e Claudy in un abbraccio, una possibile salvezza per il ragazzo caduto nella disperazione. Forse una maternità che sopravvive nel cuore della donna come una seconda opportunità per condurre una nuova e diversa esistenza. Nel mistero di una sognata nascita si chiude Il matrimonio di Lorna, il più complesso dei film realizzati dai fratelli Dardenne (due volte Palma d’Oro con Rosetta e L’enfant). Abbandonando l’eccessiva mobilità delle riprese, i due registi realizzano il loro primo film di sceneggiatura: l’espiazione avviene recuperando i rimossi di chi vuole allontanare ogni colpa. Uno sguardo sull’immigrazione complesso, che non dimentica di trovare uno spazio di pace per chi ha raggiunto la verità sfiorando la follia.
Daniela Persico