Un giovane carabiniere viene incaricato di accompagnare due fratelli, una ragazzina e un bambino, da Milano fino in meridione presso un istituto per bambini. Causa di tale trasferimento, la madre che fa prostiture la ragazzina.
Il ladro di bambini è un road movie emozionante – che lancerà definitivamente Gianni Amelio, anche a livello internazionale grazie al Grand Prix Speciale della Giuria al 45º Festival di Cannes – sul metodo educativo, e sullo sguardo, privo di pregiudizi,dei bambini. Il film inizia infatti con la denuncia da parte del fratello più piccolo. Da qui l’incontro tra il carabiniere e i due bambini. Per il giovane in divisa il caso è una seccatura, pur non dovendo far altro che accompagnarli e tornare immediatamente indietro. Il viaggio, però da puro incarico, porrà degli imprevisti: le esistenze dei due bambini diventeranno una sorta di fastidio poi di imbarazzo e infine una vera domanda alla quale il protagonista dovrà, senza nessuna esperienza in campo educativo, rispondere. Da questo momento in poi i tre personaggi si incontrano davvero. Il viaggio, per una serie di iniziative personali del gendarme (fuori dall’incarico vero affidatogli) si prolungherà facendo addirittura una tappa nel suo paese natale dove rincontra la nonna. Nel dialogo fra nonna e nipote si intuisce qual è il bagaglio educativo del carabiniere e qual è la tradizione sana e positiva nella quale egli è cresciuto. Per i due bambini il loro accompagnatore diventerà il vero compagno, l’adulto di cui fidarsi e con il quale confidarsi.
Il finale è amaro poiché tanta bellezza di rapporti viene improvvisamente interrotta: un capitano dei carabinieri ammonirà l’iniziativa del giovane ufficiale in quanto “non é un assistente sociale” e ritardando la “consegna” dei bambini potrebbe essere anche punito per sequestro di minori, da qui il titolo del film. Il racconto evidenzia una cosa fondamentale circa l’educazione e cioè che non è una questione di esperti (gli assistenti sociali, gli psicologi ecc.) ma di una risposta che avviene con una presenza evidente e compagna capace di intuire cosa c’è dietro lo sguardo muto di un bambino. Difatti lo sguardo del carabiniere, lo sguardo dei bambini sono i veri protagonisti del film. Sguardi di umanità, che vano a infrangersi in un mondo di regole, ruoli e divieti che sconfinano nella disumanità.