La cornice è quella del “Maestro Tsu Nam”, un imbroglione che maltratta due suoi goffi discepoli e causa cataclismi con il suo “sacro gong”. I quattro episodi: “Milano Beach”, con tre famiglie alle prese con la partenza per le vacanze estive, che dopo tensioni e litigi si risolverà in maniera sorprendente; “L’autobus del peccato”, in cui vediamo all’opera un sacrestano spregiudicato con i soldi delle elemosine, un prete ingenuo e un innamorato sulle nuvole; “Falsi prigionieri”, con una serie di quadri in una pinacoteca prendere vita e muoversi con esiti sconcertanti; “Temperatura basale”, in cui una coppia fa di tutto per avere un figlio ma senza successo.,Il nuovo film del trio comico Aldo Giovanni e Giacomo, a due anni dal video teatrale Anplagghed e a quattro dall’ultimo di finzione Tu la conosci Claudia?, è la certificazione della crisi creativa del gruppo, oggi assistiti alla regia dal comico e regista Marcello Cesena (l’ex Broncoviz, ora celebre per il personaggio di Jean-Claude nei programmi della Gialappa). Dieci anni fa illusero la critica che potessero regalare storie divertenti ma con una seppur semplice struttura narrativa coerente, e non solo insieme slegato di gag. Se l’esordio folgorante di Tre uomini e una gamba fu seguito dal meno convincente, ma interessante e ambizioso, Così è la vita, con Chiedimi se sono felice superarono tutti i record con la storia maggiormente nelle loro corde: quelle di amici che si vogliono bene, che litigano, si divertono, stanno insieme in allegria e intanto vivono drammi e cose belle (c’è sempre l’amore nelle loro vicissitudini) aiutandosi l’un l’altro. I film successivi – La leggenda di Al, John & Jack e Tu la conosci Claudia? – si incartavano invece in storie complicate, citazioni cinefile, strutture ardite perdendo quasi del tutto semplicità e schiettezza. In Il cosmo sul comò (un titolo che vorrebbe – ma sarà vero? – insegnarci a cogliere la verità che si trova nella vita comune, accanto a sé, appunto sul comò), già con la “resa” alla struttura a episodi Aldo Giovanni e Giacomo si ributtano a capofitto nelle gag sulla falsariga delle loro esperienze teatrali e televisive, anche se apparentemente originali. Se in passato anche il riciclo di sketch già visti sembrava nuovo in storie più forti (Tre uomini e una gamba su tutti), ora gag e spunti originali sembrano vecchi e inerti. La cornice è una sciocchezzuola come pure l’episodio dei quadri. Un po’ meglio le altre tre storie, che a tratti fanno sperare in un ritorno ai vecchi fasti: soprattutto quando gli scontri a tre, talvolta allargati a “spalle” di livello (la scelta dei cast è sempre di prim’ordine: qui segnaliamo attrici molto brave come Silvana Fallisi, Sara D'Amario. Debora Villa, Isabella Ragonese, Angela Finocchiaro), restituiscono i tigre comici al loro meglio, a schermaglie basate sull’osservazione della vita comune, a difetti di ognuno colti con affettuosa e sorniona severità; in una sarabanda di “nuovi mostri”, ma senza la cattiveria del modello. Ma poi alcuni spunti narrativi finiscono male (le conclusioni delle varie storie sono tirate via in modo frettoloso e deludente), prevalgono toni urlati, meccanismi che non scattano a dovere, soprattutto battute e situazioni che troppo spesso non fanno ridere: peccato mortale per un film comico, che oltre tutto non prova mai a diventare vera commedia di costume. E fanno capolino ormai inutili volgarità ed espressioni scurrili ingiustificate in tre comici che sono anche beniamini dei più piccoli. ,Dei tre il più in forma sembra Giacomo (Poretti, che ci pare pronto per esperienze diverse, magari anche drammatiche), l’unico che ogni tanto ha qualche scarto rispetto alla definizione monocorde del proprio carattere; mentre Giovanni si ripete ormai senza slancio e Aldo sembra paurosamente svogliato (se solo volesse, farebbe cadere i cinema dalle risate con un tempo). Il pubblico li segue ancora (ma molto meno di un tempo), ma il rischio è che prima o poi li abbandoni per sempre, se qualcuno accanto a loro non li aiuta a raddrizzare il loro percorso.,

Antonio Autieri