Il cerchio è un documentario in cui protagonisti sono i bambini di una classe elementare che vengono seguiti per cinque anni dalla regista italo-francese Sophie Chiarello (sua nel 2013 la regia della commedia Ci vuole un gran fisico). Un docufilm che si può anche definire cinema-verità in cui la regista abbassa la telecamera ad altezza bambino per far esprimere gli alunni sui temi importanti della vita: famiglia, amore, guerra, amicizia, Babbo Natale e Gesù.

Sorprende la grande disinvoltura di alcuni piccoli protagonisti di fronte alla telecamera. Hanno bisogno e voglia di parlare e non si sottraggono al confronto, anche quando devono parlare dell’infelicità per la separazione dei genitori, della tristezza per un padre lontano, della gioia di ritrovarsi insieme, della felicità ma anche della difficoltà di quando si è innamorati di un’amica o di un amico. E poi ci sono le paure, come quella per la guerra e le difficoltà di farsi capire e accettare dagli altri compagni di classe per i propri gusti, il modo di vestire o le passioni come la danza.

Uno sguardo sull’infanzia di oggi, in una classe multietnica che simboleggia molto bene la società italiana di oggi e ancor più di domani. Sophie Chiarello stimola i bambini con le sue domande ma li lascia anche liberi di rispondere allontanandosi e lasciando accesa la telecamera; le riflessioni che emergono non sono mai banali e spesso sono acute e profonde. Un bell’esempio di documentario d’inchiesta – rivolto a insegnanti, genitori e non solo – realizzato con pazienza nel corso dei cinque anni di scuola elementare in cui anche lo spettatore segue il percorso e la crescita dei bambini dai 6 ai 10 anni. Il cerchio è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione “Alice nella città”.

Stefano Radice

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