Creati da Jim Henson negli anni 50, i Muppets hanno avuto il loro massimo momento di gloria negli anni 70 e 80, quando erano anche abituali le apparizioni di grandi nomi dello spettacolo nei loro show. Ultimamente (anche per la scomparsa del loro creatore), l’astro dei Muppets è andato un po’ offuscandosi, e l’acquisto da parte della Disney si spera possa diventare un motivo di rilancio per una serie originale, divertente e che ha saputo dare vita anche a piccoli capolavori (The Muppets Christmas Carol è di certo una delle più riuscite versioni della fiaba di Dickens in assoluto). E anche il film riesce a giocare sulla crisi dei Muppets: protagonista è Walter, un pupazzo che vive col fratello Gary (Jason Segel). Il suo più grande desiderio è andare a Los Angeles, visitare i Muppets Studios e poter lavorare lì. Quando finalmente Gary con la fidanzata Mary (Amy Adams) accompagnano Walter, la delusione è cocente: gli Studios sono praticamente abbandonati e i Muppets si sono sciolti. Grazie all’insistenza di Walter, Kermit la rana, capocomico della compagnia, decide di andare a cercare tutti i vecchi compagni d’avventura per rimettere in piedi lo spettacolo e ricomprarsi gli Studios prima che vengano venduti a un avido speculatore (un crudele Chris Cooper). Vi sembra di aver già sentito questa trama? Certo. È The Blues Brothers. E quando il gruppo cerca di convincere Miss Piggy, che nel frattempo è diventata direttrice di “Vogue”, è Il diavolo veste Prada sputato. Il bello dei Muppets è anche questo: a vedere Miss Piggy che si atteggia esattamente come Meryl Streep/Anna Wintour ma in guisa di maiale di peluche è difficile non ridere, proprio come vedere i battibecchi tra Kermit e Jack Black (altro ospite) o Zack Galifianakis che fa l’homeless che si piazza nel teatro. Perché in fondo le cose che rendono maggiormente negli spettacoli di questi pupazzi di stoffa, al di là delle loro buffe espressioni, sono proprio le contaminazioni con i personaggi dello spettacolo in carne e ossa, le canzoni eseguite insieme, i balletti ridicoli con Amy Adams che rifà se stessa in Come d’incanto, ma prendendosi in giro, le facce compunte degli attori che recitano come se fosse un film d’autore. In un momento nel quale tutto sembra ormai dato in appalto alla tecnologia, ai programmi computerizzati, all’animazione 3D, fa piacere vedere come dei pupazzi di stoffa dai colori sgargianti e sapientemente manovrati riescano senza sforzo a “tenere” un musical riuscendo a far ridere spontaneamente un pubblico di grandi e bambini. Lunga vita ai Muppets!,Beppe Musicco