In Hustle, dopo aver scoperto in Spagna Bo Cruz un giocatore eccezionale ma dal passato turbolento, Stanley Sugerman – un talent scout Nba dei Philadelphia 76ers – decide di convincere il fenomeno sportivo a trasferirsi negli Stati Uniti senza chiedere l’approvazione della squadra. Contro ogni previsione, i due avranno un’ultima occasione per dimostrarsi all’altezza dell’impresa.
Diretto da Jeremiah Zagar, Hustle è il classico film a tema sportivo. Non tanto un racconto di seconde occasioni, quanto quello della classica promessa che può sfondare, rischia di non farcela ma alla fine riesce a coronare il suo sogno stringendo un rapporto molto forte con chi ha creduto in lui. Da questo punto di vista Hustle non racconta niente di nuovo rispetto ad altri film sul tema che hanno fatto la storia del cinema. Però la storia non annoia, soprattutto chi ama lo sport in generale e il basket in particolare; merito di un’ottima performance di Adam Sandler, assolutamente credibile nei panni del talent scout Stanley. Gli fa da contraltare Bo Cruz, impersonato da Juancho Hernangomez, reale talento Nba in forza ai Boston Celtics quando il film è stato girato e ora agli Utah Jazz; vedere i suoi esercizi, le sue movenze e gli allenamenti rappresenta un punto di forza del film. Poi, certo, la storia è prevedibile, ci sono scene scontate (la rivalità con un altro cestista arrogante) e altre che ricordano molto da vicino la saga di Rocky a Philadelphia (film esplicitamente citato per altro), soprattutto durante la preparazione atletica di Bo. Per gli appassionati dell’Nba – qui davvero esaltato come gioco e come ambiente – tanti i camei di giocatori o ex atleti che hanno fatto grande questo sport (breve cameo per coach Sergio Scariolo che ha allenato la nazionale spagnola). Il film è disponibile su Netflix.
Stefano Radice
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