Cambiato il regista e ulteriormente accresciuto il cast già stellare, il secondo capitolo della saga di Hunger Games acquista in spessore e maturità grazie anche a un delicato, ma ottimo equilibrio tra la fedeltà ai romanzi young adult da cui è tratto (per altro tutto un altro livello come ambizioni e qualità di scrittura rispetto a Twilight) e una spettacolarità squisitamente cinematografica. La vicenda rappresenta uno sviluppo ambizioso della storia iniziata nel primo capitolo. La giovane Katniss, che si era offerta di partecipare ai giochi che ogni anno una crudele capitale organizza per tenere sottomesso il popolo di Panem (una sorta di Stati Uniti del futuro, riorganizzati in una dittatura dopo una fantomatica rivoluzione) sacrificandone i “tributi” in un terribile reality show all’ultimo sangue, è tornata a casa vincitrice insieme al compagno d’avventura Peeta. Ma l’esperienza non è di quelle che si possono dimenticare e non certo solo perché la finzione (finzione?) di amare Peeta, sostenuta nei giochi per avere più possibilità di sopravvivere, ha messo in crisi il suo legame con l’amico di sempre Gale. La verità è che l’istintivo gesto di ribellione di Katniss (che si è rifiutata di uccidere per vincere) ha “incendiato” gli animi degli abitanti di Panem e il potere, incarnato dal crudele Presidente Snow è pronto a fare di tutto per difendersi, dall’intensificare l’oppressione fino a costringere Katniss e Peeta a tornare nell’arena. Ma qui si preparano delle sorprese. ,La ricchezza dei rimandi di cui l’autrice Suzanne Collins ha riempito i suoi romanzi permette agli interpreti di lavorare sui loro personaggi dando profondità a conflitti interiori che coinvolgono lo spettatore anche di più del meccanismo a orologeria dei giochi. Il triangolo sentimentale, del resto, è tutt’altro che pretestuoso perché animato da un intreccio di amore, amicizia, fedeltà e coraggio in cui ogni personaggio viene scoperto man mano con nuove sfumature e il dilemma tra lealtà e sopravvivenza diventa decisivo ad ogni passaggio.,La metafora narrativa, d’altra parte, benché non manchi di insistere sugli eccessi dell’oggi (di nuovo il meccanismo dei reality portato all’estremo, ma poi anche il gioco sporco della politica e quello dell’oppressione) non è mai troppo spudorata da diventare didascalica cosicché lo spettatore, anche adulto, può godersi uno vicenda che alterna spettacolari scene di azione a passaggi più riflessivi ampliando poco a poco l’affresco del suo universo di riferimento. ,Inutile dire che il valore degli interpreti (Jennifer Lawrence in primis, ma anche i suoi compagni di viaggio) è metà della riuscita dell’equazione di questo nuovo franchise che, pur non essendo certo pensato per un pubblico di giovanissimi (la violenza, benché non insistita, è reale e non potrebbe essere diversamente), ha meritatamente conquistato l’interesse di un pubblico vasto e trasversale.,Luisa Cotta Ramosino,

Hunger Games – La ragazza di fuoco
Katniss e Peeta, sopravvissuti ai crudeli Hunger Games, sono diventati simboli della ribellione e per questo il Presidente Snow decide di eliminarli costringendoli a una nuova tremenda prova…,