Non è mai piacevole nascere stonati: diventa una tragedia quando il canto è l'unico mezzo per ottenere l'amore della propria dolce metà. Succede se si è un pinguino imperatore come Mambo, che nasce, con qualche complicazione, tra i ghiacci dell'Antartide. Una botta in più sul guscio del suo uovo basterà a causare la diversità che accompagna Mambo durante la sua crescita: mentre i suoi compagni di scuola cantano in gruppo (preparandosi all'esame finale), Mambo è confinato su un'altura dove si sbizzarrisce in tip-tap e altre danze. Ma la diversità non è mai ben accetta e, in questa confusa favola morale, l'eroe Mambo dovrà risolvere il problema della sua comunità (la mancanza di cibo) prima d'essere veramente accolto.,Seguendo lo schema classico del viaggio dell'eroe, "Happy Feet" imbastisce una trama retorica, in cui l'uomo finisce per essere il buco nero dell'ecosistema: facendo razzia di pesci, l'umanità getta in crisi la colonia di pinguini che reagisce chiudendosi in un reazionario rifiuto del diverso. Martire dell'infausta situazione, Mambo incontrerà l'altro e scoprirà il potenziale della sua particolarità. Affrettato nel finale (come l'uomo riesca a comprendere i bisogni dell'animale resta un mistero), il cartone fa leva su un'animazione tridimensionale ormai talmente perfetta da apparire anestetizzata e fredda, capace di restituire qualche emozione soltanto in stupefacenti corse sui ghiacci e in balli scatenati di centinaia di pinguini. My Way in spagnolo strappa qualche risata, ma il resto getterà nella noia persino chi l'anno scorso ha amato lo stucchevole La marcia dei pinguini. E soprattutto chi ricorda con divertimento i pinguini-agenti speciali di "Madagascar", che con la linea fluida dei loro spostamenti compatti e il sarcasmo dei loro brevi ma effervescenti battibecchi avevano saputo rubare la scena ai veri protagonisti: un leone, una zebra e una giraffa. ,Daniela Persico,