L’operazione decisamente cool che avrebbe dovuto prendere il nome di "Grindhouse" prevedeva la proiezione in sequenza di due film, uno di Tarantino ("Death Proof)" e questo di Rodriguez, un po’ come accadeva una trentina d’anni fa nelle sale americane specializzate in B-movie. Due film (pessimi) al prezzo di uno: questa era la politica. I tempi però cambiano, tanto che quello che nei gloriosi Settanta era un sistema che permetteva a molti esercizi di mantenersi a galla, ora è diventato un suicidio distributivo. Peccato, perché in questo modo "Grindhouse" è rimasto qualcosa di non-visto e invece ci sarebbe piaciuto parlarne. I due film smembrati hanno avuto destini diversi. È andata peggio a "Planet Terror", il più brutto-bello dei due, sdoganato in extremis dal festival di Locarno quando la programmazione nelle sale europee sembrava definitivamente compromessa. Decisamente meno calligrafico dell’episodio tarantiniano, basato su una logica narrativa che procede per accumulazioni secondo il principio del “tutto e subito”, il film ci porta tra lap dance, zombie, inseguimenti, barbecue, esplosioni, amputazioni, protesi e cammelli. Le portate si ammassano sulla tavola e non tutte hanno un bell’aspetto, ma è un’abbuffata che si fa volentieri perché l’oste ci sta simpatico e il prezzo è buono.,Eliseo Boldrin,

Grindhouse – Planet Terror
Il DC2 è un agente biochimico approntato da uno scienziato pazzo che trasforma le persone che lo inalano in sickos, simpatici zombie gocciolanti pus e assetati di carne umana. Fin qui tutto bene. Senonché un discreto quantitativo di questo gas verde si è disperso nell’aria durante una compravendita finita in sparatoria e così una cittadina nel profondo Texas si trova messa sotto assedio da un esercito di sickos. A difenderla un gruppo piuttosto eterogeneo capeggiato da una ex ballerina di lap dance con una gamba sola e da un esperto di arti marziali.