Aria di Hollywood, grande Hollywood, oggi 15 gennaio a Milano. Dopo l’anteprima mattutina per la stampa, presso la multisala Odeon con una piazza Duomo già in parte blindata, la conferenza stampa con il regista Steven Spielberg e gli interpreti Meryl Streep e Tom Hanks arrivati in Italia – e già domenica sera in tv per partecipare trasmissione su Rai1 “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio – per presentare The Post, il film che vede per la prima volta insieme questo terzetto pluripremiato agli Oscar. Infine, stasera l’anteprima esclusiva a inviti sempre al The Space Odeon. The Post, ambientato nel 1971 (dopo un incipit nel 1966 in Vietnam), vede protagonisti Katharine Graham, l’editrice del quotidiano The Washington Post (una rarità, all’epoca, una donna in quel ruolo di comando), e il suo energico e cocciuto direttore Ben Bradlee, interpretati ovviamente da Meryl Streep e Tom Hanks. Si ritrovarono in mezzo a una battaglia con la Casa Bianca di Richard Nixon, a causa di segreti governativi riguardanti la “sporca guerra” in Vietnam. Una battaglia che fece epoca nel nome della verità, coperta dalle menzogne di ben quattro presidenti degli Stati Uniti (Truman, Eisenhower, Kennedy e Johnson, oltre allo stesso Nixon), e della libertà di stampa.
Molte le allusioni al presidente Donald Trump, per quanto mai nominato. «La libertà di stampa – ha affermato Steven Spielberg nella conferenza stampa milanese – permette ai giornali di essere guardiani della democrazia. Nel 1971 Nixon aveva impedito la pubblicazione al New York Times la pubblicazione del documento riservato uscito dal Pentagono, un atto inaudito e mai avvenuto dai tempi della Guerra di Secessione. Ci volle la Corte Suprema per ristabilire questa libertà, anche oggi minacciata dall’attuale amministrazione che minaccia la stampa e cerca di intimidirla con l’ambigua accusa di far circolare fake news». Il film, ha aggiunto il regista, mette però in primo piano anche la figura di una donna coraggiosa che deve prendere decisioni delicate, da cui dipende l’esistenza stessa della propria casa editrice, circondata da un mondo di uomini. Ho avuto la fortuna di dirigere due attori come Tom Hanks e, per la prima volta, Meryl Streep».
L’attrice ha ricordato che quando lesse la prima stesura della sceneggiatura – scritta da Liz Hannah e Josh Singer e acquistata dalla produttrice Amy Pascal – mancavano pochi giorni alle elezioni presidenziali: «Tutti pensavamo che una donna stava per diventare presidente degli Stati Uniti. Il film sembrava uno sguardo quasi nostalgico a un passato lontano, che faceva vedere quanto cammino abbiano percorso le donne. Pochi giorni dopo era tutto cambiato, e ne sono seguiti attacchi alla stampa e una situazione delle donne che non sembra affatto migliorata. Oggi il film fa capire quanto strada non abbiamo fatto. Katharine Graham, all’epoca, si sentiva quasi inadeguata al suo posto dopo aver ereditato il giornale un tempo controllato dal padre. Lei, che non aveva mai pensato di diventare quello che era, si ritrovò a combattere il presidente Nixon e poi a vincere un premio Pulitzer con la sua autobiografia. Fu piena di coraggio, una dote che oggi non insegniamo abbastanza alle giovani donne».
Tom Hanks ha enfatizzato la statura e la personalità di Ben Bradlee, già giovanissimo ufficiale di Marina che a 21 anni era a capo di centinaia di uomini e poi diventato «un direttore molto competitivo e determinato non a pubblicare una qualsiasi storia, ma “la” storia. Nel 1971 il Washington Post era il secondo giornale della Capitale, molto meno importante del The Washington Star. Ed era il New York Times ad avere avuto accesso a quei documenti, cosa che non lo faceva dormire la notte. Ma la passione e il senso della sfida lo muovevano, non voleva essere secondo a nessuno». Sarà ancora lui alla guida del quotidiano quando un anno dopo – come fanno vedere le ultime immagini del film – scoppierà il Watergate, su cui indagheranno due giovani cronisti del Post.
The Post, acquistato per l’Italia da Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema, uscirà nelle sale italiane l’1 febbraio 2018 con 01 Distribution, divisione Rai che cura la distribuzione nelle sale.
Antonio Autieri