Tammy Faye, giovane ispirata e desiderosa di trasmettere l’amore di Dio, inizia un sodalizio con il futuro marito Jim Bakker, formando insieme a lui la coppia di telepredicatori più riconoscibile d’America tra gli Anni 70 e 80; tra luci della ribalta e ombre della vita privata, gli occhi truccatissimi di Tammy Faye inizieranno a vedere, pian piano, la verità.
Film di apertura della XVI edizione della Festa del cinema di Roma, Gli occhi di Tammy Faye è un biopic diretto da Michael Showalter (autore di commedie come The Big Sick e The Lovebirds) e basato sul documentario omonimo del 2000. Jessica Chastain, irriconoscibile sotto la maschera prostetica, presta il volto alla cantante e predicatrice evangelista Tammy Faye, affiancata da Andrew Garfield nei panni del marito Jim Bakker e soprattutto da Vincent D’Onofrio in quelli del pastore repubblicano Jerry Fallwell. Proprio quest’ultimo regala al pubblico la performance più carismatica e convincente, persino al netto di pochissime scene.
Nonostante i suoi 126 minuti di durata, il biopic riesce a svelare poco di ciò che si cela dietro alla maschera di Tammy. Come i pupazzi che crea e colleziona, la protagonista è mostrata efficacemente come una bambola, maneggiata con la cura di chi vorrebbe lasciarla fuori dai giochi. Ed è un peccato che proprio il suo prossimo che tanto la muove ad agire rimanga così lontano dallo schermo, tra il rapporto con la comunità LGBT schiacciato sul finale e le relazioni famigliari quasi escluse dal campo visivo.
Roberta Breda