Non è una novità che in genere i sequel sono piuttosto deludenti, specie quando è evidente che la storia prende una piega decisamente avversa alle aspettative del pubblico, e gli esempi sarebbero numerosi, sia nel passato che nel presente. Vedere quindi un terzo capitolo, specie quando il secondo non era stato proprio un capolavoro (e stendiamo un pietoso velo sulla versione tutta al femminile) fa giustamente insospettire i fan che ancora oggi rivedono con gioia il primo Ghostbusters fischiettando il motivo della colonna sonora di Ray Parker Jr.
Bene, possiamo dire che Ghostbusters: Legacy è un film che smentisce tutti i preconcetti e realizza appieno tutte le aspettative.
Dopo un’introduzione un po’ movimentata, caratterizzata soprattutto da una sequenza di scene molto veloci, cupe e apparentemente confuse, quello che appare è un classico racconto di formazione: due ragazzini, fratello e sorella, vengono strappati dalla loro vita abituale da un trasloco forzato e sono costretti a fare i conti con un nuovo ambiente e altre persone. Finn Wolfhard, che nel film è il giovane Trevor (già tra i protagonisti della serie di culto Stranger Things), appare praticamente predestinato per una storia come questa, in cui horror e adolescenza si uniscono. Ottima anche la sintonia con la sorella, la giovane attrice Mckenna Grace (Gifted, Tonya). Un bel taglio di capelli stile anni ’80 per entrambi fa da interfaccia tra i look del passato e quelli del presente.
La storia si svolge in realtà nell’anno in corso, il 2021, e riflette quindi anche la differenza di quasi 40 anni tra la prima parte e questo sequel. Jason Reitman, al cui fianco è stato sempre disponibile il padre (regista anche dei primi due capitoli), ha sviluppato un film indubbiamente ricco di passione e che offre innumerevoli scene che possono essere interpretate come un omaggio; allo stesso tempo è stato capace di offrire un intrattenimento di gran livello. I flashback dei film precedenti sono rari, ma superbamente ambientati; lo sviluppo della storia è solido anche senza elementi narrativi spettacolari, ma ha tra i suoi punti di forza una dettagliata presentazione dei nuovi personaggi così che il pubblico possa identificarsi con loro.
Reitman non crea nulla di completamente nuovo, ma riprende efficacemente lo stile delle storie precedenti con quel mix riuscito di umorismo, caccia ai fantasmi e storia familiare. Inoltre, Ghostbusters: Legacy cerca di elaborare tutte le domande che si sviluppano nella testa dello spettatore e di spiegarle abilmente. Ma la cosa più interessante ci pare essere che Reitman e il suo team di autori siano riusciti a far rivivere un senso dell’umorismo tipico dei film degli anni 80 e 90 che ormai non si trova praticamente più. Anche se all’inizio sembra prevedibile, film offre sempre bei momenti di dialogo tra i protagonisti, e soprattutto beneficia dell’eccellente interpretazione di Paul Rudd (ma ogni personaggio sembra scelto con particolare cura). Con alcuni momenti quasi da paura, così come con nuove e creative figure di fantasmi che riescono a stabilire diversi cambiamenti di umore, il film tiene bene anche la suspense.
Come già ricordato, grazie a un umorismo che ricorda i giorni di gloria delle grandi commedie americane e a un brillante ensemble di attori che si armonizza in modo eccellente e si integra a vicenda, il film è un omaggio storico, ma con la giusta parte di contemporaneità. E con un bel finale a sorpresa arriva anche la colonna sonora originale per portarci indietro nel tempo (e non perdetevi la scena supplementare sui titoli di coda, mi raccomando).
Beppe Musicco
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