In Genitori vs influencer Paolo è un giovane padre vedovo e professore di filosofia. Insieme alla figlia Simone (con la pronuncia alla francese, Simòn) si trasferisce in un condominio che, di fatto, diventa una famiglia per loro. Finché Simone è piccola, tutto fila liscio. Ma quando la ragazza diventa adolescente, tutto diventa più difficile. Lo smartphone diventa il mondo per la giovane che ha anche una vera passione per Eleonora, una influencer con milioni di follower. Per Paolo il dialogo con la figlia diventa impossibile…
Genitori vs influencer, passato su Sky a Pasqua e ora disponibile su Amazon Prime video, è una piacevole commedia diretta da Michela Andreozzi (al suo terzo film da regista dopo 9 lune e mezza e Brave ragazze) e scritta insieme a uno sceneggiatore esperto come Fabio Bonifacci (Benvenuti al Nord, Il principe abusivo). Al centro del film troviamo il classico tema dell’incomunicabilità tra generazioni diverse e, soprattutto, tra padri e figli. Il tutto calato nella contemporaneità, con gli smartphone a farla da padroni e con gli adulti che devono fronteggiare anche la concorrenza degli influencer che i figli tendono a seguire e ad ascoltare molto di più. La sceneggiatura è brillante e regge per tutto il film. Ad Andreozzi e Bonifacci non interessa giudicare; non prendono posizione ma descrivono scene e situazioni che molto probabilmente sono all’ordine del giorno in tante famiglie. Bravo Fabio Volo nei panni di Paolo; simpatia e ritmo non gli sono mai mancate, ed è molto buona la sintonia con l’emergente Ginevra Francesconi che interpreta la figlia. Convince anche Giulia de Lellis, influencer nella vita e che qui interpreta Eleonora. Anche le figure di contorno – i condomini di Paolo e Simone – hanno un senso e sono affidate a volti noti quali Nino Frassica Paola Minaccioni, Paola Tiziana Cruciani, Massimiliano Vado. Diverte il cameo di Massimiliano Bruno nei panni del preside della scuola in cui lavora Paolo.
Se Genitori vs influencer ha un limite è che non affonda il colpo, forse proprio perché a monte c’è la decisione degli autori di non prendere posizione ma di descrivere determinate situazioni. Le difficoltà ci sono, ma vengono superate; padre e figlia torneranno ad essere in sintonia dopo le incomprensioni. Quello di Michela Andreozzi è un film non ideologico la cui morale finale – se vogliamo – è che, in un modo o nell’altro, tutti stiamo facendo i conti con le nuove tecnologie e con le possibilità che offrono; dobbiamo solo trovare il modo giusto per utilizzarle. Ed è quello che capita a Paolo, all’inizio decisamente contrario ai social ma che finisce con il diventare un prof. influencer… Ci sono tanti temi affrontati, sempre in modo leggero, come il cyber bullismo. I giovani, la generazione Z, non sono descritti con spocchia ma ne viene sottolineata la legittima esigenza ad affermare la loro identità e la loro diversità rispetto alle generazioni precedenti. A nostro avviso c’è solo una forzatura banale nella sceneggiatura (spoiler); la decisione di far fidanzare Paolo ed Eleonora. Come a dire, due mondi inizialmente lontanissimi che finiscono per andare d’accordo. In sintesi, comunque, un film godibile dall’inizio alla fine per una buona commedia italiana. Curiosità finale. Genitori vs influencer è stato girato durante il lockdown dell’anno scorso; si vedono scene di una Roma deserta e quasi irreale che riportano lo spettatore alla realtà di quello che abbiamo vissuto.
Aldo Artosin
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