Genitori quasi perfetti è una commedia dal classico impianto teatrale, che si rifà ad esempi come Perfetti sconosciuti (sempre con Anna Foglietta) o la serie tv Una mamma imperfetta (con Lucia Mascino). Forse per questo, forse perché il tema non è particolarmente nuovo, ma fin dai primi fotogrammi tutto ha un’aria di già visto e scontato. Come può andare a finire una festa di compleanno  per la quale la mamma si impegna al massimo (e tra l’altro, qual è il mestiere di questa madre che sembra avere un sacco di tempo da dedicare solo alla festa del bambino)? Viene subito in mente la legge di Murphy: “Se qualcosa può andare storto, sicuramente lo farà”. Per cui la parata dei genitori terribilmente stereotipati (la coppia politically correct che prepara solo torte di acqua e farina integrale e ha da dire a tutti su qualunque cosa; il “mammo” disoccupato con idee oltranziste sulla pedagogia; l’estetista ignorantona e sessualmente provocante; il neoseparato, troppo preso dal lavoro e che non ha idea di come comportarsi col figlio, e infine la mamma lesbica), è l’occasione solo per rendere tutti grotteschi, ma non divertenti. Il film salva solo la protagonista e i suoi tentativi di accontentare tutti e la giovane animatrice, l’unica chiamata (in quanto professionista) a confrontarsi coi bambini.

Laura Chiossone, già regista di spot pubblicitari e dell’originale lungometraggio Tra cinque minuti in scena, si ispira al Polanski di Carnage, ma i dialoghi, che dovrebbero essere la vera forza del film, sono purtroppo prevedibili quanto chi li esegue, il pistolotto finale della ragazzina animatrice che fa la morale a tutti è solo triste (e, ancora più triste, che il film invece non ironizzi sulla scontatezza che una festa per bambini debba per forza avere un’animatrice pagata).

Anche la trovata che il bambino festeggiato, a otto anni si invaghisca a tal punto della canzone “Il cobra” di Antonella Rettore, da volerla cantare vestito come lei, vorrebbe evidentemente essere anticonformista e spregiudicata, ma sa di riciclato (se volete confrontare, l’argomento è il soggetto dell’episodio Vestito per uccidermi , del 2004, della serie tv “La vita secondo Jim” con Jim Belushi; ma con ben altro ritmo ed esito). Da ultimo, riempire il film con mamma e figlio che ballano per tutta la durata di una canzone dà solo l’idea che le idee siano terminate e in qualche modo si cerchi di allungare il brodo.

In definitiva, Genitori quasi perfetti, come i suoi protagonisti mostra tutti i limiti di chi ha le idee troppo chiare o non ne ha affatto. E come tale si trova sempre in mezzo a un guado che, invece di divertire, immalinconisce anche chi lo guarda.

Beppe Musicco