Un gruppo di giovani musulmani residenti in Gran Bretagna decide, con maggiore o minore consapevolezza, di abbracciare la jihad. Fin da subito, però, nel gruppo si creano dei disaccordi sugli obiettivi e le modalità della lotta, né la breve esperienza in Pakistan di Omar e Waj porterà loro molta chiarezza. Ostacolato dalla stessa incompetenza dei suoi membri e sotto lo sguardo miope delle autorità inglesi, il gruppo finirà per andare incontro a una fine ingloriosa.,È possibile scherzare sull’estremismo islamico e sulle misure che le società occidentali adottano per contrastarlo? Ci aveva provato Adam Sandler con Zohan ma si trattava in realtà di una commedia politicamente scorretta in cui l’aspetto ideologico e fondamentalista non era il centro del racconto.,Sono per così dire più radicali le soluzioni di questa commedia nera che sceglie la chiave del grottesco per trattare un argomento drammaticamente attuale.,Se lo scopo era di creare un ineludibile senso di disagio e angoscia ci sono certamente riusciti. Al punto, peraltro, di creare un effetto rigetto in almeno una parte dei potenziali spettatori che potrebbero non accettare anche solo l’ipotesi di “sdrammatizzare” il fenomeno fondamentalismo/terroristi attraverso la chiave demitizzante scelta dagli autori.,Ma va certamente considerato un aspetto. Se lo scopo della pellicola fosse effettivamente solo di “ridere alle spalle” dei terroristi imbranati l’operazione non solo non sarebbe pienamente riuscita, ma ne andrebbe addirittura messa in discussione la legittimità. ,L’intento degli autori, però, sembra andare oltre, come testimoniano alcuni affondi di realismo nella descrizione di personaggi nel complesso tendenzialmente ipersemplificati. Momenti che di fatto finiscono per rendere più complessa e disturbante (ma quindi anche interessante) la fruizione della pellicola.,La disarmante serenità con cui i protagonisti (e in particolare Omar, l’unico di essi che, per complessità, riusciamo a percepire realmente come una figura tridimensionale) parlano delle loro intenzioni suicide nelle situazioni più quotidiane inquieta quasi quanto l’inettitudine delle forze dell’ordine o la calma accettazione da parte dei parenti stretti dei potenziali kamikaze. ,Il sobborgo inglese in cui Omar e i suoi “fratelli” (ognuno a modo suo “fuori posto” , in particolar modo il più fondamentalista, che guarda caso è un convertito) si muovono a contatto con la modernità e gli infedeli che tanto disprezzano è talmente anonimo da valere per qualunque Paese, ed è anche per questo che è tanto difficile accettare che questi uomini, decisamente poco intelligenti, ma non per questo meno pericolosi, possano passare tanto inosservati (forse perché colpevolmente dimenticati?). Come fa impressione pensare che un padre come Omar possa pensare discutere tranquillamente di farsi esplodere con un sorriso con suo figlio, pure se la fiaba della buona notte che gli racconta, è una versione rivista e corretta del Re Leone in versione aspirante kamikaze, da cui i quattro leoni del titolo…,È un riso amaro quello che strappano le animate discussioni degli improvvisati e pasticcioni jihadisti, anche perché, contrariamente alla logica della comicità slapstick che pure è apertamente evocata in alcune scene, qui ci si fa male.,In questo forse sta la vera contraddizione di questa pellicola non facile da digerire che vorrebbe mettere alla berlina l’idiozia del fanatismo incarnandolo in esecutori idioti, ma non può passare sopra la realtà di un terrorismo reale che uccide a prescindere dalle qualità intellettuali dei suoi esecutori.,Nonostante ciò gli autori dimostrano sensibilità soprattutto nell’ultima parte del film, quando l’urgenza dell’azione sembra far venire meno gli indugi, ma proprio dal membro meno ovvio del gruppo (un ragazzone un po’ tardo a cui Omar deve spiegare ogni cosa in modo elementare) emerge con semplicità e forza l’obiezione a quanto stanno per fare. Sia cuore che ragione, infatti, si ribellano all’idea che sia giusto farsi esplodere e uccidere per raggiungere la beatitudine e dura fatica per Omar convincere l’amico del contrario…,Luisa Cotta Ramosino,

Four Lions
Le avventure tragicomiche di un gruppo di giovani musulmani di Gran Bretagna decisi a impegnarsi nella jihad, ma ostacolati soprattutto dalla loro stessa idiozia.