Bello, affascinante, festaiolo, nonché spudorato mentitore, Samuel (Omar Sy, già star indiscussa di Quasi amici) è il classico immaturo che pensa di poter continuare per sempre a fare i suoi comodi nel paradiso della Costa Azzurra francese, continuando a contare sulla benevolenza della donna che gli ha dato un lavoro in uno stabilimento balneare e che cerca disperatamente di ottenere da lui un minimo di responsabilità. Una mattina, dopo l’ennesima festa che si è protratta fino al’alba, Samuel riceve la visita di Kristin (Clémence Poésy). Avventura di una notte, Kristin ha in braccio un bebè che lascia a Samuel dicendogli che lui è il padre, dopodiché scappa. L’unica cosa che Samuel sa di lei è che abita a Londra, per cui l’uomo parte immediatamente per la capitale inglese per restituirle una figlia che non vuole. Nonostante le ricerche non la trova, incappa però in Bernie (Antoine Bertrand), un produttore che propone a Samuel un impiego come cascatore in una serie tv. Con un salto temporale, ecco passati otto anni: Samuel è uno stuntman di successo e vive in una bella casa con sua figlia Gloria. La bambina è la gioia del padre, divenuto un uomo responsabile e un padre devoto, entusiasta del suo nuovo ruolo. Gloria è felice, anche se sente la mancanza della madre, che crede sia un’agente segreto (grazie agli arditi artifici informatici del padre che le fa recapitare foto di lei da mezzo mondo). Il ritorno improvviso di Kristin, che nel frattempo si è rifatta una vita a New York e che vorrebbe con sé la figlia, porta a un aspro confronto tra i due adulti, con le inevitabili conseguenze giudiziarie.

Famiglia all’improvviso – Istruzioni non incluse, titolo malamente adattato dal francese che suona come “Tutto inizia domani” (ma il sottotitolo italiano cita quasi letteralmente la commedia messicana di cui è remake, Instructions not included), è un film che cerca di far passare lo spettatore attraverso tutti gli stati d’animo, riso e lacrime incluse. Ma a voler cacciare a forza di tutto e di più nella storia, la miscela diventa un’accozzaglia di momenti e situazioni, che fanno stridere il ruolo di Omar Sy (bravo e divertente nei momenti più “fisici” e sinceramente toccante in molti altri) con quello della Poésy, che sembra non credere neanche un istante al suo ruolo di madre (molto più simpatico allora il personaggio di Bernie: solito cliché dello “zio” omosessuale, ma decisamente meglio riuscito). Come se fosse consapevole della debolezza di fondo del film, il regista cerca di dare un tono più serio con un finale a sorpresa, più drammatico e riflessivo, che porti i genitori a riflettere seriamente sul loro rapporto e il compito che è stato loro affidato. Peccato che la sbrigatività con cui la storia si conclude renda il tutto troppo costruito, lasciando l’impressione che una commedia simpatica avrebbe potuto diventare anche qualcosa di più.

Beppe Musicco