Dall'omonimo romanzo di Ian McEwan, Joe Wright (già regista di “Orgoglio e pregiudizio”) tenta di portare sullo schermo la società dorata degli anni Trenta e il conflitto mondiale alle porte. Se l'affresco di un'epoca gli riesce pienamente (soprattutto nella prima parte dove una società di soli giovani vive nella spensieratezza e nell'agio), manca al film il fuoco della passione che dovrebbe essere il vero motore della storia.,Il regista è invece più interessato alla scrittura, come del resto lo è la vera protagonista della storia, la giovane Briony. Tormentata per tutta la vita dall'aver distrutto l'amore della sorella, Briony riceve la sua liberazione soltanto rendendo immortale questa storia d'incomprensioni e smarrimenti: scriverà un libro, il più intenso della sua carriera di scrittrice, unico modo che la realtà le ha offerto per espiare il suo peccato. L'intera struttura del film, con i suoi continui flashback, suggerisce l'idea della creazione narrativa, rafforzata dal rumore di una macchina da scrivere che è la vera colonna sonora del film. La scrittura, vero fulcro della vicenda nella trasposizione di Wright, diventa anche gusto per l'immagine e per i movimenti di macchina. Gli elaborati piani sequenza e le ricercate composizioni visive finiscono purtroppo per soffocare quel lampo d'amore che si lancia la meravigliosa coppia di attori: un'incantevole Keira Knightly, purtroppo poco credibile negli afflati drammatici del finale, e il prode James McAvoy, un volto ancora poco noto ma di cui sentiremo presto parlare.,Daniela Persico,

Espiazione
Il proletario Robbie s'innamora della ricca Cecilia nell’estate del ‘35: una passione divorante che lo porta a comporre qualche verso di troppo e a una scappatella che pagherà caro. La sorellina di Cecilia osserva tutto senza capire e denuncerà il ragazzo accusandolo di un peccato non commesso.