Ultima arrivata (per lo meno in Italia) di un terzetto di pellicole che nell’arco degli ultimi due anni ha affrontato, attraverso il genere della commedia romantica, il tema discusso e discutibile della maternità “in proprio” (si tratti, come del caso di Baby Mama, di una gravidanza surrogata, o come qui e in Piacere sono un po’ incinta, di fecondazione in vitro), Due cuori e una provetta (al solito complimenti all’idiozia dei traduttori italiani) ha un primo importante merito, quello di affrontare il soggetto da una prospettiva maschile.,Ed è il personaggio maschile Wally (interpretato con simpatia e tenerezza da Jason Bateman), che, per una volta, pur senza mettere in discussione il “diritto” (in America per altro legalmente riconosciuto) di perseguire questa strada rinunciando al desiderio di una famiglia più tradizionale, per lo meno dà voce al buon senso che sottolinea i limiti di questa scelta. ,A fare i conti con una paternità casuale e non esattamente voluta (in simmetrico contrasto con la maternità programmata al dettaglio, fino alla scelta del donatore –parola curiosa visto che in America il ruolo è profumatamente pagato – da parte di Kassie) è un uomo pieno di nevrosi, pessimista e insicuro. Lo capiamo noi spettatori e pure il suo migliore amico e confidente, che tutta la faccenda dello “scambio” non è che il sintomo dei suoi sentimenti inespressi per l’amica.,Il rapporto tra i due, per altro, è forse la cosa meno interessante della pellicola (qua e là un po’ zoppicante su trama e definizione dei personaggi), soprattutto a confronto con quello profondo e delicato che si crea tra Wally e quello che ben presto capisce essere suo figlio.,I momenti più belli della pellicola, infatti, sono quelli che raccontano la scoperta reciproca tra adulto e bambino di somiglianze significative, ma anche di desideri e bisogni, primo tra tutti quello umanissimo di avere un padre, che Kassie un po’ troppo facilmente bypassa per superficialità o senso di colpa. ,Difficile che le sue storielle raffazzonate possano rispondere al legittimo desiderio di un bambino che, in mancanza di un padre e di una famiglia vera, colleziona cornici piene di fotografie di sconosciuti su cui fantasticare.,Wally, prima che innamorato, si scopre padre, non perché dotato di tutte le caratteristiche adeguate al compito (anche l’amica lo aveva scartato a priori), ma perché pronto a investire tutto nel rapporto con un bambino che letteralmente gli si impone, con dolcezza e testardaggine. ,Il tocco delicato di regia e sceneggiatura mette in scena la relazione padre figlio mescolando commedia e tenerezza (da manuale la scena dei pidocchi) e per una volta lascia emergere, contro l’utopia romantica on demand e la pretesa data un po’ per scontata dalla società di oggi, di avere tutto, amore, figli, vita, secondo tempi e modi arbitrariamente stabiliti, la miracolosa provvidenza dell’errore e dell’imprevisto.,E se Jennifer Aniston ripete un po’ stancamente il suo solito cliché di donna in carriera petulante (ma per fortuna il suo ruolo nella storia resta piuttosto periferico), Jason Bateman è l’attore giusto per dare a Wally l’umanità necessaria a conquistare le simpatie del pubblico a dispetto dei molti limiti del film.,Laura Cotta Ramosino,