Avevamo lasciato la famiglia Crawley alle prese nientemeno che con una visita reale e tre anni dopo (dovevano essere meno in realtà, ma l’uscita prevista per il 2021 è stata posticipata dalla pandemia) ritroviamo in Downton Abbey II – Una nuova Era tutti i personaggi per questa sorta di “gran finale” dovuto alla penna di Julien Fellowes, ideatore e sceneggiatore dei due film a compimento della fortunatissima serie televisiva.

E sicuramente c’è più di una ragione se, come abbiamo già scritto, Downton Abbey rimane un fenomeno così popolare. Oltre ad attingere a una nostalgia per un’era passata di disciplinata grandezza e impeccabile sintassi, anche i film sono rimasti fedeli alla vasta gamma di personaggi vividi ed empatici della serie. Come ogni telenovela di gran livello, Downton Abbey ha continuato a dare vita ai retroscena di queste persone, siano esse marchesi o domestici. Arrivando al punto in cui, nell’ultimo capitolo della cronaca, le loro vite stanno cambiando.

Dopo la fortunata scommessa di portare Downton sul grande schermo nel 2019 (con un incasso globale di quasi 200 milioni di dollari), il franchise torna con un secondo contributo fatto apposta per deliziare i suoi seguaci. Il suo creatore, Julian Fellowes, è tornato a lavorare come sceneggiatore e sa davvero come far girare perfettamente la macchina. Portando la saga ancora più in là nei tempi moderni, Fellowes si diverte a mettere in crisi la vecchia guardia: la manutenzione e un personale così numeroso si stanno rivelando onerose per Lady Mary, sulle cui spalle grava la gestione della casa; il tetto è pieno di buchi e bisogna trovare fondi. E qui, come una benedizione, arriva il cinema, quello vero: la proposta di un film che utilizzi Downton come sfondo. Quindi abbiamo una vera casa signorile (Highclere Castle, dove sono stati girati gli episodi e i film) che ospita una famiglia immaginaria (i Crawley) che ospita un’invasione di Hollywood.

I domestici, ovviamente, sono fuori di sé dall’eccitazione, poiché molti di loro sono avidi consumatori di riviste dedicate alle stelle del cinema. Al piano di sopra invece, la temperatura è diversa. Il conte di Grantham (un Hugh Bonneville un po’ troppo abbronzato rispetto al solito pallore nobiliare) non è affatto contento di avere gli agenti di una professione così volgare che girano intorno ai suoi arredi, ma la famiglia e la casa hanno bisogno dei dollari americani e, inoltre, un’altra rivelazione lascia tutti basiti. La contessa madre (la sempre superba Maggie Smith) ha scoperto che una villa nel sud della Francia le è stata lasciata in eredità per volontà di un vecchio innamorato, e al conte e alla sua tribù è stato chiesto di visitarla prima dello scambio dei documenti finali. Quindi, mentre il conte è in viaggio per la Francia, la sua proprietà è invasa da tutti gli accessori di una troupe cinematografica, insieme alle affascinanti star del cinema Guy Dexter (Dominic West in modalità Errol Flynn) e alla dea dello schermo Myrna Dalgleish (Laura Haddock).

Punteggiando le numerose sorprese con ampi voli di droni e musiche orchestrali, è difficile resistere al film: nonostante tutto, la casata rimane un rifugio sicuro, un ambiente in cui tutti conoscono il proprio posto. E ci sono molte complicanze in Una nuova era, che spingono Maggie Smith ad ammettere: «Questa è la vita, vero? Superare l’imprevisto». A legare insieme tutti i fili della trama c’è il regista Simon Curtis, che nella vita è sposato nientemeno che con la stessa contessa di Grantham (Elizabeth McGovern). Con l’aiuto di Fellowes, un cast superlativo e un’eccellente produzione, Curtis ha creato un intrattenimento indiscutibilmente godibile e divertente. Gli appassionati della saga ne gioiranno e si commuoveranno, ma anche chi vedesse questo film senza conoscere i precedenti episodi non si pentirebbe di aver speso i soldi del biglietto.

Beppe Musicco

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