II giovane sonnambulo Donnie Darko ha una visione: un coniglio gigante gli predice che la fine del mondo avverrà di lì a 28 ore e poco più. Nel frattempo strani fatti cominciano ad accadere …,La bella scena d’apertura dà subito l’idea di quello che sarà tutto il resto del film: è una bella giornata di sole e la cinepresa indugia su un paesaggio naturale molto verde e bello, in sottofondo una musica coinvolgente che parla ai giovani e che mette in cuore l’inquietudine di chi si fa grandi domande, per arrivare fino a un ragazzo in pigiama sdraiato in mezzo alla strada con una bicicletta a fianco. Donnie si sveglia, per un momento non si spiega il suo essere lì; guarda l’orizzonte, poi si volta con uno strano ghigno (gli è venuto in mente perché è lì?, ha fatto un sogno particolare?) e se ne torna a casa. In seguito, di cose strane a Donnie ne capitano parecchie: dalla visione di un coniglio gigante durante uno dei suoi sonnambulismi, al motore di un aereo che cade dal cielo e si schianta sulla sua casa, dal ritrovamento di un libro sui viaggi nel tempo al collegamento del libro con la vecchia pazza del paese…E poi l’amore per Gretchen, nuova studentessa della scuola che sembra capirlo e con un sanguinoso passato familiare.,Tutto ha un senso o nulla? Forse non è questo il lato del film su cui vale più la pena soffermarsi; esso infatti ha tutta l’aria di essere un gioco di scatole cinesi (assomiglia molto a certi ingarbugliamenti-puramente estetici?-di David Lynch) dove nulla più rimanda ad altro, ma si esuarisce in sé, nella verità che suggerisce in quel momento e che non richiede altri elementi, interni o esterni al film, per essere spiegato né tanto meno gustato. Quel che va colto, invece, è forse innanzitutto questo originale procedere del film per cui nulla è immediatamente motivato né scontato, espediente che tiene incollato lo spettatore allo schermo perché fino all’ultimo si cercherà nella scena che viene la spiegazione di quella precedente (invano!). Poi l’originalità della storia e il modo accattivante e bello (si, bello) con cui è girato. Infine la fedele, disturbante, commovente fotografia che rende dell’attuale società americana: la precarietà dei legami familiari, il moralismo, il dare risposte ridicole a domande profondissime, l’arrivismo, la violenza. ,Insomma, come si diceva a proposito della scena iniziale, è un film che guarda al significato delle cose con l’occhio pieno di domanda dei ragazzi (“ma perché sono qui?”, “chi mi vuole bene?”) e che non si preoccupa di trovare immediatamente le risposte (né di lasciare tranquilli gli spettatori), ma affronta tutto col riso sardonico di un mezzo folle, visto come unico mezzo per affrontare tutta la stranezza e misteriosità di questa vita. ,Eva Anelli

Donnie Darko
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