Sarà davvero un’edizione speciale quella del 2020 dei David di Donatello, che si svolgerà domani sera, venerdì 8 maggio, in onda su Rai 1 alle 21.20 condotta da Carlo Conti. Il conduttore sarà da solo negli Studi Rai di Via Teulada e di volta in volta si collegherà con candidati e premiati delle diverse categorie.

Certo ha poco di glamour forse un’edizione così, ma nello stesso tempo è un segnale da parte del mondo del cinema, che la situazione sanitaria ha colpito duramente. I set, come è facile immaginare, sono luoghi delicatissimi, dove le distanze di sicurezza e le protezioni sono difficili da rispettare, e tuttavia da settimane il mondo della produzione audiovisivo sta dialogando per cercare soluzioni che permettano alla macchina cinematografica di ripartire.

Per intanto, però, si pensa ai riconoscimenti per l’anno passato.

I cinque contendenti per il miglior film sono molto diversi l’uno dall’altro: si va da Il primo re di Matteo Rovere, iperrealistica ricostruzione del mito di fondazione di Roma interamente girata in latino e interpretata dal lanciatissimo Alessandro Borghi, a Il Traditore di Marco Bellocchio, protagonista il sempre grande Pierfrancesco Favino, ricostruzione accuratissima della parabola umana e criminale del pentito Tommaso Buscetta. Di criminalità, ma di quella dei ragazzini dei vicoli di Napoli, parla La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi, mentre sia il Martin Eden di Pietro Marcello che il Pinocchio di Matteo Garrone sono adattamenti personalissimi di opere letterarie.

Gli stessi film si contendono il premio per la migliore regia, mentre fa pensare che tra i registi emergenti sia candidato, per L’immortale, Marco D’Amore – protagonista della serie Gomorra – che porta sul grande schermo proprio il suo personaggio televisivo. Segno dei tempi e forse di un rapporto di simbiosi tra grande e piccolo schermo che si è trasformato negli ultimi anni (l’anno scorso è passato al cinema con successo anche il film sequel della serie inglese Downton Abbey).

I film della cinquina maggiore sono anche  tra i candidati anche al premio per la miglior sceneggiatura (originale e non), dove si aggiungono piccoli esordienti come Bangla, La dea fortuna del solito Ozpetek e Ricordi?  di Valerio Mieli, ma anche l’interessante modernizzazione de Il sindaco del Rione Sanità e l’esperimento di animazione de La famosa invasione degli orsi in Sicilia.

Una varietà e una qualità che rendono conto di un cinema nazionale nonostante tutto abbastanza in forma, con interpreti riconosciuti ormai anche a livello internazionale: non più solo Toni Servillo e Pierfrancesco Favino, ma anche Luca Marinelli e Alessandro Borghi.

Poco presente, se non per le categorie tecniche, invece, Luca Guadagnino, altro “prodotto” italiano da esportazione che però con Suspiria non ha ripetuto il successo di critica e pubblico di Chiamami con il tuo nome.

Questa premiazione così particolare arriva in corrispondenza con le prime timide riaperture dell’Italia dal lockdown, che ha segnato anche una crescita record del consumo di prodotto sia televisivo che cinematografico sulle piattaforme, con l’uscita direttamente home video di tanti film, sia italiani che stranieri, che avrebbero dovuto occupare le sale cinematografiche in queste settimane e mesi.

Resta da vedere in che modo il cinema potrà riguadagnare la sua ineludibile dimensione collettiva. Forse in estate con il cinema all’aperto ci potranno essere degli esperimenti e forse proprio questa lunga carestia forzata ci farà ritrovare il gusto del buio della sala anche se in modalità nuove.

 

Laura Cotta Ramosino