In un mondo in cui esiste un’applicazione per tutto, dal controllo del peso ai filtri per Instagram, un gruppo di ragazzi scarica per gioco “Countdown”, un’applicazione che segnala con un conto alla rovescia l’avvicinarsi del momento della propria morte. Ad alcuni mancano ancora decenni, e comunque tutti pensano si tratti di un fake. Ma quando una ragazza, spaventata dalla predizione che le lascia pochi minuti da vivere, cambia i propri piani per la serata, la morte torna a riprendersela. Perché non si può sfuggire al proprio destino e chiunque provi a combattere il conto alla rovescia verrà perseguitato da un demone terrificante che acquista le sembianze delle proprie peggiori paure. Una giovane infermiera, orfana della madre e vittima di molestie sul posto di lavoro, cercherà di salvare sé stessa e sua sorella battendo il tempo di solo un secondo.
Countdown è un classico film dell’orrore di persecuzione demoniaca, con tanto di tentato esorcismo praticato da un improbabile prete nerd appassionato di spiriti malvagi. Il film richiama i meccanismi della saga di Final destination in cui i protagonisti fuggono dalla morte a cui sono riusciti a sfuggire. E anche in questo caso, il finale sembra promettere l’inizio di una serie con la versione 2.0 dell’app.
Sempre di più gli horror contemporanei prendono spunto dal mondo della tecnologia incrociandolo con i classici elementi del terrore, giocando in questo caso sulla dipendenza dalle app e e sul fatto che nessuno legge mai termini e condizioni quando accede a un contenuto.Il risultato è un film che non cerca certamente di riprendere la saga di Black mirror nella riflessione sulla tecnologia, ma utilizza uno spunto simpatico per un film non molto originale né estremamente terrificante. Le scene di paura funzionano molto bene e il mostro compare lentamente fino al gran finale, il film percorre i momenti classici del genere. Ma, come spesso succede, quando alla fine viene spiegata l’origine della maledizione e il punto debole del mostro, la tensione tende a scemare e la soluzione risulta abbastanza prevedibile; anche se, riagganciandosi alla storia delle molestie, si riesce comunque a tenere la tensione fino alle ultime scene.
Per chi ama il genere senza molte pretese, Countdown è un film godibile anche se con molti limiti, senza profondità psicologica e con alcuni momenti divertenti. più che da cinema, un film “da pigiama party” che strappa qualche urlo e nulla di più.
Claudia Munarin