In Corro da te Gianni ha quasi 50 anni; è un imprenditore di successo (dirige un’azienda che produce scarpe da corsa), cinico ed egoista, ed è un seduttore incallito, passando da una ragazza all’altra. Un giorno, mentre è a casa della madre morta da poco, si trova per caso seduto sulla sua sedia a rotelle; nell’appartamento irrompe la vicina Alessia che lo invita a casa sua per un pranzo. Lo scopo è quello di fargli incontrare Chiara, la sorella paraplegica, ottima musicista e giocatrice di tennis. Gianni, con il consueto modo di fare da sbruffone, scommette con gli amici che riuscirà a conquistarla…
Riccardo Milani scrive (insieme a Furio Andreotti e Giulia Calenda) e dirige il remake della commedia francese Tutti in piedi. Il film ruota principalmente sul confronto tra Gianni (Pierfrancesco Favino) e Chiara (Miriam Leone). È il personaggio di Chiara a giganteggiare per coerenza, spessore morale e serietà nei sentimenti rispetto a Gianni, sostanzialmente un macho immaturo che punta solo a conquistare una ragazza dopo l’altra e che non si ferma neanche davanti alla moglie di uno dei suoi amici (ogni conquista è una scommessa vinta); un uomo, inoltre, che ha una visione del mondo dei disabili a dir poco infantile. Un personaggio fastidioso, soprattutto in questi tempi post scandalo Weinstein che, però, durante il film matura e si redime grazie proprio a Chiara. Corro da te è senza dubbio anche un film sulla affettività dei disabili, una commedia garbata che cerca di far sorridere su un tema comunque non facile da trattare ma è soprattutto un film sulla maturazione di un quasi cinquantenne che da persona infantile riesce a redimersi grazie proprio a una donna diversamente abile che gli cambia la visione del mondo. Riccardo Milani traspone a Roma il racconto francese ricalcandone praticamente tutte le scene. Tutti in piedi, però, si faceva apprezzare per una maggior incisività nel modo di porre i temi e anche per la caratterizzazione dei personaggi. Nel film italiano il racconto si sviluppa in modo un po’ troppo piatto; è soprattutto Miriam Leone a primeggiare rispetto a un Pierfrancesco Favino, bravo per carità, che sembra giocare un po’ troppo con il suo personaggio. Brave le figure coprotagoniste, a cominciare da Luciana, la segretaria di Gianni, impersonata dalla bravissima Vanessa Scalera apprezzata recentemente ne L’Arminuta e Diabolik e da Dario (Pietro Sermonti), l’unico amico che cerca di portare Gianni sulla strada di una maggior serietà (cameo anche per Michele Placido). Corro da te è tutto sommato interessante e girato con mestiere (ma non bisogna aver visto l’originale francese).
Stefano Radice
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