C’è un periodo delicato e critico nella crescita dei bambini, nel quale i genitori appaiono ai loro occhi in tutta la loro umana inadeguatezza. Questo momento arriva anche per la giovane Coraline, che con la famiglia si è appena trasferita in un curioso condominio al limitare di un bosco. Papà e mamma sembrano sempre troppo occupati, perennemente davanti ai loro computer, per prestarle l’attenzione che meriterebbe, o anche solo per cucinare o riordinare una casa ancora spoglia; e quale occasione migliore per Coraline di sfuggire a giornate uggiose, quando trova una misteriosa porticina che – come per lo specchio di Alice – porta in un mondo parallelo, eguale ma molto più interessante? Anche se “di là” c’è la stessa casa, tutto è più bello, più colorato, più brillante; con due identici genitori, ma sempre sorridenti, attenti e premurosi. Unico strano particolare: perché al posto degli occhi hanno cuciti due grossi bottoni?

Appassionante come una vecchia fiaba, carico di suspense e un pizzico di quella paura che devono aver provato Hansel e Gretel davanti alla strega o Cappuccetto Rosso allo scoprire che la nonna era il lupo (e che ne sconsiglia la visione fino agli 8/9 anni), Coraline e la porta magica è un film a pupazzi animati diretto da Henry Selick, lo stesso regista di Nightmare Before Christmas, ed esaltato dalla proiezione in 3-D. Coraline è tentata da sirene che la blandiscono, promettendole che potrà fare quel che vorrà, senza dover più obbedire a nessuno. Ma una volta scoperto l’inganno e di fronte ai suoi veri genitori in pericolo, abbandonerà ogni capriccio e si batterà – con l’aiuto di un paio di bizzarri amici – con inaspettato coraggio, per riconquistare chi ha scoperto di amare veramente.

Beppe Musicco